Non si possono che condividere gli obbiettivi della spinta
ambientalista, ma sono sbagliati i tempi e i modi. Lo ha affermato
Stefano Messina, consigliere CNEL, membro della Consulta nazionale
per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, vice
presidente di Conftrasporto e presidente di Assarmatori, Roma,
intervenendo al convegno “La sostenibilità del
trasporto marittimo, fra snodo del commercio mondiale, transizione
ambientale e digitale” che si è tenuto oggi al CNEL,
primo di un ciclo di incontri, che ricomprende anche la mobilità
terrestre e area.
«Le imprese del trasporto e nello specifico quelle attive
nel trasporto marittimo - ha ricordato Messina - hanno da tempo
iniziato a fare la loro parte nell'ottica della decarbonizzazione,
anche tramite una sempre crescente professionalizzazione delle
risorse umane che richiedono competenze sempre più
specifiche. Quello che si chiede alle istituzioni, italiane ma
soprattutto europee - ha spiegato il presidente di Assarmatori - è
di evitare norme di carattere locale, spesso intempestive, che
impattano su un'industria internazionale per definizione.
Altrimenti, ben lungi da ridurre le emissioni, l'unico effetto che
si ottiene è uno spostamento dei traffici e quindi di lavoro
immediatamente al di fuori dei confini del Vecchio Continente».