Nei giorni scorsi nel porto di Ravenna il rappresentante
dell'Agenzia per il Clima, le Infrastrutture e l'Ambiente della
Commissione Europea, Julian Espina, ha effettuato la visita finale
del progetto “Ravenna Port Hub: Infrastructural Works”,
che è stato finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del
programma Connecting Europe Facility e che si è incentrato
sul dragaggio dei fondali del porto a -12,50 metri (in vista
dell'ulteriore approfondimento a -14,50 metri entro il 2026),
sull'adattamento delle banchine ai nuovi fondali e sulla costruzione
di un chilometro di banchina del nuovo container terminal in
Penisola Trattaroli. Sull'investimento complessivo di circa 157
milioni di euro, il contributo europeo è stato di oltre 30
milioni di euro.
Ricordando che il progetto ha consentito anche di rendere
disponibili 200 ettari di nuove aree logistiche, di potenziare i
collegamenti stradali e ferroviari e, attraverso un forte impulso
alla digitalizzazione, di rendere più efficienti le procedure
legate alle attività di carico e scarico delle merci, il
presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare
Adriatico Centro Settentrionale, Daniele Rossi, ha evidenziato che
«la conclusione del progetto Hub portuale, consente al porto
di Ravenna, unitamente a tutte le altre progettualità in
corso, di assumere un ruolo chiave quale hub logistico tra
Mediterraneo del sud, nord Africa ed Europa continentale»
«Il completamento del progetto “Ravenna Port Hub:
Infrastructural Works” - ha dichiarato Julian Espina in
occasione della visita - segna un passo importante per la
realizzazione della rete europea dei trasporti, e in particolare del
Corridoio Mar Baltico-Adriatico, recentemente esteso fino a Bari, e
del Corridoio Mediterranean Core Network. Questo progetto consente
di sbloccare e potenziare la capacità del porto di Ravenna
migliorandone l'accessibilità e la connettività e allo
stesso tempo di garantire rotte di trasporto europee solide e forti,
da e verso uno dei principali porti europei in termini di volumi di
transito, contribuendo a migliorare anche l'integrazione intermodale
lungo i due corridoi europei».