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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXV - Numero 11/2007 - NOVEMBRE 2007
Safety & security
I progressi dei
sigilli per contenitori
L’umile
sigillo di sicurezza viene ancora considerato quale prima linea
difensiva nella battaglia contro il furto di containers ed il
terrorismo.
E’ questo il
risultato del lungo ed assai approfondito dibattito che alla fine ha
comportato la ratifica di un nuovo standard relativo alla produzione
ed all’uso dei sigilli “meccanici”.
Questi ultimi
comprendono tutti i tipi di modelli di chiavistelli, cavi o congegni
ad alta resistenza.
L’ISO-17712
- l’acronimo ufficiale del nuovo standard - rappresenta
l’esito di una specifica introdotta quasi cinque anni fa nel
periodo successivo all’11 settembre ed alla istituzione del
C-TPAT nonché di altre iniziative sulla sicurezza dei
trasporti ispirate dagli U.S.A.
Esso dovrebbe
entrare ufficialmente a far parte dello statuto ISO entro il 2008.
L’ ISO-17712
è stato realizzato per stabilire, una volta per tutte, i
criteri di distinzione dei sigilli meccanici per contenitori dalle
loro controparti meramente indicative.
Queste ultime
normalmente sono costituite da semplici strisce di plastica o di
metallo, utilizzate da molti caricatori quali unici mezzi di
protezione delle proprie consegne.
Anche la facilità
con cui possono essere controllate le ha rese popolari tra i
responsabili delle dogane e dei porti, mentre il loro basso costo
gli ha accattivato le simpatie dei vettori marittimi (che, di norma,
sono i responsabili della reale garanzia di sicurezza dei
contenitori).
Tuttavia, più
recentemente, si è verificata la richiesta conclamata
dell’uso obbligatorio di sigilli che garantiscano una maggiore
sicurezza ed offrano un qualche tipo di barriera fisica, sebbene ciò
sia risultato difficile da porre in atto in assenza di una esatta
definizione delle caratteristiche necessarie.
L’ISO-17712
in effetti ovvia a questo problema, ed anche minuziosamente.
Mediante
l’indicazione di quattro principali parametri di resistenza
(tensione, rottura, flessione ed impatto), esso definisce una serie
di requisiti minimi e fissa l’esatta metodologia di collaudo
“neutrale” da utilizzarsi.
Il collaudo di
tutti i sigilli meccanici può essere approvato solamente ai
sensi dell’ISO-17712 se espletato in un sito di collaudo
accreditato secondo l’ISO-17025.
Gran parte del
ritardo recentemente verificatosi nella ratifica dello standard può
essere attribuito alle approfondite discussioni in ordine alle
procedure dei test.
Inoltre,
l’ISO-17712 si occupa dell’intera materia dell’uso
del sigillo di sicurezza, compresa l’esigenza per i
produttori/fornitori di conservare registrazioni accurate delle
vendite e della sequenza delle numerazioni, nonché, per gli
utenti finali, di adottare proprie procedure esaurienti di verifica
dei conti.
Assicurare una
definizione - di cui si avvertiva molto l’esigenza - dei
chiavistelli, cavi ed altri congegni, dovrebbe evitare la produzione
di sigilli di scarsa qualità e contribuire all’eliminazione
delle frodi e contraffazioni.
Tuttavia, sono già
state espresse alcune critiche da parte di rispettabili produttori
di sigilli che si dice abbiano trovato difficoltà
nell’ottenere le necessarie approvazioni.
Fino adesso, solo
un numero molto piccolo di laboratori di collaudo sono stati
designati e tutti quanti con sede negli Stati Uniti.
Il primo, la
Bodycote ACT Laboratories, è stata designato a maggio di
quest’anno dalla ISMA (Associazione Internazionale Produttori
Sigilli), che, sebbene rappresenti oltre l’80% della
produzione globale di sigilli, riunisce al momento meno di una
decina di membri.
L’elenco
comprende la EJ Brooks, la Tyden-Brammall, la OneSeal, la
Universeal, la ITW-Envopak, la Acme Seal, la Unisto, la American
Castings e la Sealock Securuty Systems.
Tuttavia, esistono
molte decine di società che al momento fabbricano o
commerciano sigilli a livello mondiale, la maggior parte delle quali
hanno un buon nome.
Al di là di
tali inconvenienti, la realizzazione dell’ISO-17712 ha
chiaramente apportato vantaggi, mentre la maggior parte dei soggetti
interessati (fornitori di sigilli, linee di navigazione ed
esportatori/ricevitori) già accettano i suoi principi.
La bozza dello
standard era stata rilasciata dall’Organizzazione Mondiale
delle Dogane e dal Consiglio Marittimo Mondiale nel 2005, mentre il
Dipartimento per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti -
attraverso il programma C-TPAT - da tempo desiderava l’utilizzazione
dell’ISO-17712 quale mezzo per istituire un requisito di
sicurezza minimo per tutti i container che transitano nei porti
degli Stati Uniti.
Ai sensi della
regolamentazione C-TPAT proposta, tutti i box in questione
dovrebbero essere dotati di un sigillo meccanico approvato, pena il
fermo od il ritardo.
Ogni utilizzazione
di un modello di sigillo più resistente potrebbe fargli
conseguire, peraltro, una posizione di fila migliore.
Si è già
verificata una sostanziale crescita della domanda per sigilli a
chiavistello (ed a cavo), tanto che essi stanno rapidamente
diventando la norma per la maggior parte delle spedizioni
containerizzate.
Molti di loro,
inoltre, vengono adesso applicati di routine anche sui contenitori
vuoti.
Il sigillo
indicativo è ancora popolare, ma non più come unico
mezzo di protezione.
Invece, esso ora è
spesso utilizzato unitamente ad un sigillo meccanico al fine di
fornire una protezione maggiormente visibile per un controllo
doganale agevolato.
L’aumento
dell’uso di sigilli meccanici più resistenti ha già
comportato una robusta crescita del 10% delle vendite complessive
annue per diversi anni, il che rappresenta una buona notizia per i
produttori, mentre la produzione adesso viaggia nell’ordine
delle decine di milioni all’anno.
Ciononostante, lo
sviluppo a livello generalizzato di un sigillo elettronico “esperto”
continua ad essere considerato come un progresso logico.
Un importante
passo avanti è stato fatto all’inizio di quest’anno
nel senso del conseguimento di una qualche standardizzazione globale
anche in questo settore, quando è stato pubblicato
l’ISO-18185 e sono state approvate due frequenze ai fini
dell’utilizzazione nell’interrogazione RFID
(identificazione frequenza radio) dei sigilli elettronici per
contenitori e dei congegni di percezione.
Una è la
434 MHz, in gran parte supportata dalla tecnologia attualmente in
offerta da parte della Savi Technology.
L’altra è
la 2.4 GHz, al momento preferita dalla GE Security, che lavora in
collaborazione con la Siemens e la Mitsubishi Corp.
Quest’ultima
collaborazione ha avuto quale esito il sistema di sicurezza per
containers “CommerceGuard”, l’ultima versione del
quale (la 3.0) è stata introdotta quest’anno.
Si tratta di un
congegno completo per la gestione della sicurezza a distanza,
installato in modo permanente sul contenitore, mentre l’offerta
della Savi è piuttosto un sistema di etichettatura ed è
forse più adatta all’incorporazione per un solo viaggio
all’interno di un sigillo meccanico di sicurezza già
installato.
Tuttavia, la
complessità ed il prezzo relativamente alto di queste (ed
altre) alternative di “sigillo elettronico” continuano a
fungere da deterrente per una loro maggiore diffusione, specialmente
se confrontati con l’economico prezzo di 1 dollaro USA o ancor
meno che oggi viene pagato per un sigillo passivo (cioè non
elettronico) a chiavistello od a cavo.
Inoltre, i
collaudi indipendenti espletati recentemente da talune parti
interessate (tra cui la APL) mostrano come la maggior parte degli
attuali modelli di sigillo elettronico possano ancora essere
manomessi in modo relativamente semplice e siano pertanto
vulnerabili ad attacchi esterni.
Di conseguenza,
non è ancora in programma una loro produzione in serie, anche
se molti produttori ben noti di versioni meccaniche sono da tempo
impegnati nello sviluppo del sigillo elettronico ed un ulteriore
progresso è atteso nell’immediato per quanto attiene
l’istituzione di standard per comunicazioni ed altri
protocolli. (da:
Containerisation International, ottobre 2007, pag. 75)
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