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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXV - Numero 30 APRILE 2017
TRASPORTO STRADALE
SI RAFFORZA L'AZIONE COLLETTIVA DELL'ASSOCIAZIONE
AUTOTRASPORTATORI DEL REGNO UNITO CONTRO IL CARTELLO DEI PRODUTTORI
DI CAMION EUROPEI
La causa pendente contro il cartello dei produttori di camion
europei che si sarebbero messi d'accordo ed avrebbero cospirato in
ordine ai prezzi dei veicoli ed alle emissioni ha raggiunto una
nuova fase con la pubblicazione questa settimana della decisione
della Commissione Europea per la composizione della controversia in
materia.
Essa ha soffiato sul fuoco di coloro che propongono un'azione
collettiva del tipo che così spesso si vede oltre Atlantico,
al fine di rimborsare quegli operatori di autotrasporto che ci hanno
rimesso.
Alla loro avanguardia c'è la RHA (Road Haulage
Association) che, avendo ottenuto la versione non riservata della
decisione della Commissione Europea, afferma che essa serve a
rafforzare di molto la propria determinazione a portare avanti
un'azione legale contro i produttori allo scopo di rivendicare il
costo del pagamento indebito per i propri associati.
L'organizzazione ricorre per le ditte di trasporto, che siano
associate alla RHA o meno, con le quali si metteranno in contatto se
vorranno ottenere il rimborso.
Essa conferma inoltre che non c'è nessun costo per le
ditte di autotrasporto che vorranno unirsi all'azione legale
proposta e che chiunque sia interessato può esprimere la
propria adesione presso l'associazione.
Le società accusate di attività antitrust sono fra
le più importanti nel settore della produzione di camion:
Volvo, DAF, Daimler, Fiat, Iveco, MAN e Renault sono solo alcuni dei
nomi collegati all'indagine.
Poiché diversi fra i produttori (MAN, Daimler, Iveco,
Volvo/Renault e DAF) hanno regolato i conti con la Commissione
Europea in termini chiari ed inequivocabili, confermando la propria
responsabilità in ordine all'infrazione delle regole sulla
concorrenza dell'Unione Europea in relazione ai fatti principali, la
decisione non è così dettagliata come avrebbe potuto
essere, essendo contenuta in poco più di trenta pagine.
Il documento della Commissione Europea tuttavia in effetti
fornisce più di un'idea dell'estesa e diffusa natura del
cartello, dando fondamentali particolari in relazione a come il
cartello è stato organizzato ed a come i produttori di camion
europei si siano collusi in maniera anticoncorrenziale sui prezzi
dei camion e le tecnologie inerenti alle emissioni.
Il link alla versione provvisoria non riservata della decisione
della Commissione Europea sul caso (n. 39824) è il seguente:
Fra il 1997 ed il 2004 si sono svolte diverse volte nel corso
dell'anno riunioni anticoncorrenziali fra i dirigenti di punta delle
ditte a livello di sede centrale in occasione di fiere commerciali
ed altri eventi e ci sono stati regolari scambi telefonici e per
posta elettronica.
Dal 2002 in poi, sono avvenuti
regolarmente incontri fra responsabili delle attività delle
partecipate tedesche delle ditte che poi avrebbero riferito alle
proprie rispettive sedi.
I produttori hanno armonizzato i propri rispettivi listini dei
prezzi lordi in tutta la Zona Economica Europea all'esordio del
cartello.
Essi hanno cospirato in ordine agli incrementi dei prezzi lordi
(e talvolta netti) per i camion medio-grandi in tutta la Zona
Economica Europea.
Tale attività comprendeva lo
scambio di dettagliati tabulati che mostravano i futuri prezzi che
si intendeva praticare suddivisi per modello standard di camion di
ogni produttore.
I produttori hanno discusso la riduzione degli sconti al momento
dell'introduzione dell'euro.
I produttori si sono messi d'accordo sulla tempistica
dell'introduzione di tecnologie relative alle emissioni dei veicoli
nuovi, così come su quanto sovrapprezzo applicare per le
tecnologie relative alle emissioni.
Questi punti danno un'idea di quanto profondamente abbiano
attecchito questi illeciti accordi raggiunti nell'ambito del settore
dell'autotrasporto e quanto dannosi essi possano essere, in
particolare per gli operatori minori ed in particolare in un momento
in cui le autorità sono davvero decise ad imporre regole
sempre più rigorose riguardo alle emissioni ed agli standard
di visibilità dalla cabina di guida, tutte cose che
comportano un inevitabile impulso alle vendite di nuovi camion per i
produttori.
Ciò che è particolarmente irritante per quelli che
conoscono il mercato sono la longevità ed il cinismo di
coloro che vi sono coinvolti.
Ad esempio, dato che l'Euro VI è diventato lo standard,
si sa che la collusione sui camion per compiti medio-grandi ha
comportato conseguenze sul prezzo delle tecnologie per le emissioni
sin dall'introduzione dell'Euro III.
Si pensa che questa attività abbia riguardato l'intera
area compresa nella Zona Economica Europea e certamente la decisione
della Comunità Europea si riferisce direttamente ad un
periodo che va dal 17 gennaio 1997 al 18 gennaio 2011.
La RHA ha designato il ben noto studio legale specializzato in
diritto dei trasporti Backhouse Jones per curare l'azione collettiva
che essa intende esercitare contro i produttori di camion; maggiori
particolari ed aggiornamenti possono consultarsi sul sito web
dell'associazione.
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