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A "ELF '97" DI GENOVA OGGI IL MINISTRO DEI TRASPORTI HA ILLUSTRATO I PROGRAMMI DI RILANCIO DEL SISTEMA TRASPORTISTICO ITALIANO
Buone le prospettive sui versanti marittimo-portuale e aereo, faticose su quello ferroviario
18 settembre 1997
Si sono svolti oggi nel Palazzo dei Congressi della Fiera di Genova i lavori della prima giornata di "European Logistic Forum '97", primo Forum sudeuropeo sulla logistica.organizzato dalla Fiera di Genova in collaborazione con l'Autorità Portuale di Genova e con la Camera di Commercio di Genova (inforMARE del 16 settembre). Al panel su "Sviluppo delle infrastrutture di trasporto in Italia" hanno partecipato il ministro dei Trasporti e della Navigazione, Claudio Burlando, i presidente delle Ferrovie dello Stato Giancarlo Cimoli, il presidente dell'Alitalia Domenico Cempella, il presidente dell'Assoporti Francesco Nerli, il presidente dell'European Shipbuilding Association e della Fincantieri Corrado Antonini, il presidente della Provincia di Verona Antonio Borghesi.
"Il sistema trasportistico italiano nell'insieme dei settori che lo compongono sparirebbe dalla scena in poco tempo se non avessimo intrapreso una strada di severa riorganizzazione delle sue componenti, rimaste indietro di anni rispetto all'evoluzione vissuta in quasi tutti gli altri paesi europei". Questo il concetto di fondo sul quale il ministro Burlando ha ispirato il suo intervento. Ha precisato infatti che l'apertura decisa dalla comunità europea dei porti, delle ferrovie e degli aeroporti alla libera concorrenza delle imprese, cancellando nelle nazioni aderenti le situazioni di monopolio, avrebbe costretto il sistema italiano a confrontarsi in modo del tutto impari con le aziende delle altre nazioni operanti nei diversi settori. "La decisione con la quale abbiamo operato in questo anno per rompere con le situazioni pregresse - ha detto - era indispensabile per ricostruire dalle fondamenta un settore trasportistico arretrato nelle infrastrutture e amministrato con criteri antieconomici, in quanto protetto o da finanziamenti pubblici o da situazioni di monopolio destinate a cadere entro la fine degli anni '90".
Il ministro si è poi soffermato sulla condizione e sulle prospettive dei singoli settori che compongono il sistema dei trasporti e della logistica, e cioè il sistema marittimo-portuale, quello terrestre (ferroviario e stradale) e l'aereo. Ha dichiarato che i primi due "ce la possono fare" ad acquisire competitività internazionale in breve tempo, se si continuerà con energia nell'attuazione della riforma marittimo-portuale e del già intrapreso risanamento dell'Alitalia.
Secondo il ministro il sistema che presenta le migliori prospettive è quello marittimo-portuale. Che "senza incentivi di rottamazione" ha realizzato in due anni un miglioramento dei traffici del 50 per cento, con una distribuzione sul territorio più ampia che apre opportunità anche per il sud. La situazione dovrebbe ancora migliorare con la riduzione delle tasse di ancoraggio, attuabile dal 1998.
Anche nel cabotaggio, il settore più in difficoltà, si può riuscire a fronteggiare la concorrenza estera, soprattutto quella greca, mentre le operazioni di privatizzazione delle società di navigazione Italia e Lloyd Triestino, che si inseriranno in network internazionali, favoriranno la posizione dell'Italia.
Dato atto che la cantieristica va bene, Burlando si è soffermato sulla situazione del piano di risanamento dell'Alitalia, riconoscendo la collaborazione prestata dai sindacati, collaborazione che è indispensabile anche in tutti gli altri settori. "Bisogna che ci convinciamo tutti - ha detto - che se non si risana con la collaborazione di tutti, si perde tutto".
Per il trasporto aereo sono previsti investimenti pubblici per l'ammodernamento radicale di otto aeroporti, di cui cinque nel sud. Si provvederà inoltre ad abrogare il divieto, contemplato oggi dalla legge italiana, di gestire gli aeroporti da parte di società private.
Per quanto riguarda le ferrovie, nodo dolente nel quadro dei trasporti nazionali, sulla cui gestione passata ha steso un velo, il ministro ha tracciato il programma pienamente condiviso, e già avviato, da parte dell'amministratore delegato. In primo luogo si andrà alla netta separazione fra la parte infrastrutturale e quella della gestione del servizio, come è stato stabilito dall'Unione Europea. Saranno costituite due società, la prima delle quali pubblica con eventuale accesso al capitale privato, e la seconda, riguardante l'esercizio, completamente privata. Saranno inoltre costituite tre società per ciascuno dei tre settori del servizio, e cioè quella del trasporto locale alla quale resterà il sostegno pubblico, quella passeggeri a media e lunga percorrenza, e quella merci, destinate queste ultime due a confrontarsi con il mercato. Burlando ha assicurato che lo Stato continuerà a erogare alle FS per parecchi anni una cifra media di 7 miliardi l'anno, la metà dei quali destinata al mantenimento e al miglioramento degli impianti esistenti, il 25 per cento alle nuove linee ad alta capacità e la parte restante al potenziamento ordinario. Con tali garanzie il settore ferroviario potrà godere di un ammontare di investimenti superiore al passato del 40 per cento.
Sempre a proposito del problema ferroviario e in relazione alla sua liberalizzazione sul piano europeo, il ministro ha dichiarato che sarebbe un grave errore per l'Italia non cominciare a investire anche su tratte estere e in particolare su quelle che collegano l'Italia con le nazione emergenti dell'est. Tali investimenti assicurerebbero all'Italia la possibilità di acquisire traffici su tali territori sottraendoli dal rischio di un monopolio tedesco, che quegli stessi paesi non gradirebbero.
Il ministro ha infine richiamato la necessità di istituire delle norme che regolino la coesistenza degli operatori nei diversi settori, in modo che tutti gli operatori italiani o esteri che agiranno sul nostro mercato siano disciplinati e tutelati allo stesso modo.
Un grande lavoro attende l'amministratore delegato della FS, Giancarlo Cimoli, per portare la società a dimensioni aziendali, e non di immenso carrozzone in cui può star tutto ciò che è parente dell'inefficienza e dello spreco. Egli stesso ha definito le FS come campioni di immobilismo. "Il mercato è ancora molto lontano dalle FS - ha detto - tuttavia dobbiamo procedere sulla via del risanamento (e per questo è stato approvato il piano quadriennale) e per trasformarle in una vera azienda capace di stare sul mercato". Il settore merci è sempre stata la cenerentola del sistema FS, ha detto Cimoli, ma "trasformeremo questo settore in una vera e propria divisione logistica integrata. E' questo, come quello dei servizi alla clientela, l'obiettivo più qualificante che dovremo raggiungere".
Circa l'alta velocità, Cimoli ha detto che il primo obiettivo è costituito dalla linea Torino-Napoli, già finanziata e in parte con i cantieri già aperti. Il secondo è costituito dalla Milano-Venezia, mentre il collegamento Genova-Milano viene per ultimo.
Francesco Nerli ha messo in luce il trasporto marittimo, settore che essere redditivo presuppone che tutta la catena logistica funzioni, in particolare i porti. "I porti - ha detto - fanno parte di un coro che deve sviluppare melodia".
Domenico Cempella ha riassunto i punti principali del duro lavoro di un anno per ridare competitività all'Alitalia: una lavoro condotto non per salvare posti di lavoro, ma per sanare un fattore di sviluppo economici, una leva necessaria per la competizione globale. "Abbiamo fatto un patto con i dipendenti, ai quali è andato il 20 per cento del capitale dell'azienda - ha detto - e siamo riusciti a riempire il gap competitivo nei confronti delle altre compagnie aeree. Ma avere una compagnia aerea efficiente non basta, perché l'Alitalia è sola un pezzo del sistema globale del trasporto". Tuttavia l'Alitalia ha assoluta necessità di avere una dimensione diversa, e proprio per questo sta cercando un partner con il quale allearsi. Cempella ha annunciato che la scelta dell'alleato verrà fatta entro quest'anno.
Il presidente della Provincia di Verona ha fornito indicazioni incoraggianti sulla realizzazione del raddoppio ferroviario del Brennero, il cui costo è di 40 miliardi di lire.
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