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Il sindacato finlandese dei marittimi si oppone ad un piano preparato dal ministero dei Trasporti che permetterebbe l'imbarco di marittimi non comunitari sulle navi nazionali. Secondo la valutazione ministeriale, questa misura dovrebbe permettere alle navi finlandesi di competere con quelle olandesi, tedesche e norvegesi.
Il presidente del sindacato, Per-Erik Nelin, ha sottolineato che l'attuale contratto di lavoro, che scadrà nel 2000, impedisce al ministero di dare il via libera agli armatori per l'impiego di marittimi non comunitari, ma ha anche ricordato che impedisce ai marittimi di scioperare.
Forse il ministro dei Trasporti, Matti Aura, ha voluto lanciare un "ballon d'essai" per misurare le reazioni del sindacato, ma è un fatto certo che negli ultimi tempi la competitività della flotta finlandese si è sensibilmente ridotta. Secondo uno studio condotto dal Finnish Shipping Council, il costo di gestione di una nave di bandiera finlandese è superiore da 0,5 a 3 milioni di markka (circa 550.000 dollari) a quello delle navi straniere, dipende dalla tipologia del naviglio ed è determinato quasi interamente dal costo degli equipaggi.
Il ministro dei Trasporti ha anche proposto, per incrementare la competitività della flotta nazionale, di sostituire l'attuale regime tributario con la "tonnage tax" dall'inizio del 1999, e l'anno seguente di aumentare i sussidi governativi concessi agli armatori dall'attuale 20-24 per cento dei costi degli equipaggi al 34-38 per cento. Il ministro presenterà queste proposte nel corso di una riunione governativa che si svolgerà il 13 ottobre.
S.B.
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