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Le dichiarazioni del gruppo Campostano - raccolte telefonicamente dal nostro giornale due giorni fa - hanno provocato la risposta del presidente dell'Autorità Portuale di Savona Vado, Giuseppe Sciutto. Il gruppo, che gestisce due terminal nel porto di Savona e uno in quello di Genova, avanzava dubbi circa la possibilità per le aziende portuali savonesi di mantenere margini di competitività sufficienti, anche perché penalizzate dai costi, ritenuti eccessivi, dei canoni portuali e delle prestazioni fornite dalla Compagnia portuale
Da Singapore, dove si trova in visita al porto asiatico di ritorno dall'inaugurazione a Pechino di China Transpo '98, Sciutto ha ritenuto opportuno far chiarezza con un comunicato, in cui è espresso il suo disappunto per la presa di posizione di Campostano.
La reazione del presidente della port authority - esordisce la nota - è di stupore per l'iniziativa, presa "nel momento della sua assenza da Savona, tra l'altro successiva a precedenti incontri, gli ultimi la scorsa settimana, avvenuti direttamente con Paolo Campostano (presidente di Savona Terminals, ndr), durante i quali il presidente dell'autorità aveva assicurato che, in ordine a quanto deliberato dal Comitato Portuale, entro il prossimo mese di novembre, sarebbe stato predisposto un 'report' sulla situazione dei costi delle operazioni nel settore del multipurpose nei due bacini di Savona e di Vado".
L'Autorità Portuale savonese afferma che "il movimento dello scalo potrebbe essere migliore, tanto più considerando che dal '95, allorquando le tariffe erano concordate dall'allora Ente Autonomo tra i vari soggetti, si sono perdute, a far data ottobre '98, circa una dozzina di linee regolari; nel frattempo, come voluto dalla legge 84/94, spettava ai terminalisti il compito di attuare operazioni di marketing e di gestire direttamente banchine e spazi in porto. In questi tre anni, poi, ad una flessione complessiva di 80.000 tonnellate di cellulosa e di 250.000 tonnellate di siderurgici per il solo terminal acciai, il porto storico ha potuto contrapporre l'aumento di autoveicoli". "Resta il fatto - prosegue la nota - che, a tutto settembre dell'anno in corso il movimento portuale è aumentato, rispetto al '97, del 23% con i grandi settori - dalle merci convenzionali alle rinfuse liquide e solide - tutti in aumento, se si eccettuano i cereali". L'analisi dell'ente portuale si sofferma quindi sulle merci a banchina: "chiarito che l'incremento si pone complessivamente su un 10,6% in più nei primi nove mesi del '98, non si può nascondere come il transito di prodotti semilavorati e materie prime nei due bacini abbia registrato un aumento del 100% a Vado, contro una flessione del 16,7% a Savona. In quest'ultimo emporio opera anche il Campostano Group presente nel corso dell'ultimo bimestre tramite l'agenzia Anchor con sole 6 navi per complessive 10 mila tonnellate di coils".
Venendo alla nocciolo della questione, canoni portuali e prestazioni della compagnia, l'Autorità Portuale conferma che non per tutte le tipologie di merci i costi delle operazioni sono competitivi rispetto alla concorrenza, "se si guarda ad alcune realtà, sia in ordine alle tipologie di traffico essendo Savona Vado un porto votato quasi interamente all'importazione di merci, sia rispetto all'organico della Compagnia Portuale che ha beneficiato nei confronti di altre consorelle di prepensionamenti ridotti e di finanziamenti modesti". La nota sottolinea comunque l'impegno nel risolvere questi problemi profuso dall'ente portuale, che auspica "una revisione degli incentivi fino ad oggi disposti dallo Stato".
Ma sui canoni la risposta dell'ente portuale è secca: "occorre chiarire che non risponde a verità l'accusa che i canoni di Savona siano i più alti del Paese: concessioni variabili tra le 6 e le 10.000 lire a metro quadrato (con magazzini che si attestano quelli a filo banchina sulle 10.000 e gli altri più lontani sulle 7.000) possono essere facilmente giudicabili, se si considera che, appena al di fuori della cinta doganale, le quotazioni per i depositi coperti superano le 30.000 lire per arrivare a valori di mercato fino a 100.000 lire a metro quadrato". "Se l'attenzione viene posta sull'incidenza dei canoni rispetto ai costi delle operazioni portuali, rifacendoci ai dati contenuti nel piano di impresa della Savona Terminal, società partecipata in quota di maggioranza dal gruppo Campostano, risulta come essi - puntualizza la nota - rappresentino il 9% del totale, quindi perfettamente in linea con le quotazioni medie, espresse dagli altri scali viciniori. Dati che, risultino positivi ovvero negativi, non possono comunque costituire un punto di riferimento probante. Infatti alle imprese private vengono concesse aree e infrastrutture: spetta poi ai terminalisti portare traffico sulla base dei piani d'impresa; solo in ordine ai quantitativi in entrata/uscita possono essere plasmati i costi e quindi fornire alla stampa cifre attendibili".
L'Autorità Portuale non si limita però ad una schermaglia, e preferisce affondare il colpo sostenendo che "quando poi la politica commerciale punta su costi aggiuntivi quali il maintenance fee, quando in altre aziende si impedisce a certi ricevitori di curare direttamente la spedizione della merce, certe perplessità possono correlarsi alla contrazione dei traffici. Oltre tutto prendendo in esame il comparto della cellulosa, ritenuto per il nostro emporio marittimo il traffico principe assieme alla frutta e ai siderurgici, è da rilevare come le tariffe nelle operazioni sia a bordo che a terra, rispetto al maggiore scalo del Tirreno in questa tipologia, siano concorrenziali".
Il richiamo finale è ancora alla dichiarazione 'fuori dalle righe' del gruppo Campostano, iniziativa inopportuna secondo Giuseppe Sciutto, visto che certe questioni "dovrebbero condurre a confronti aperti in sedi istituzionali quali il Comitato Portuale; un diritto-dovere - prosegue la nota sollecitando, poco velatamente, un rapido 'rientro nelle righe' - che si chiede in particolare modo ai rappresentanti delle varie categorie, in primis a quelli dei terminalisti per il ruolo centrale che dovrebbero occupare nello sviluppo di un porto".
L'Autorità Portuale di Savona Vado ricorda infine il lavoro condotto negli ultimi tre anni, nel corso dei quali "sono stati impegnati un'ottantina di miliardi per nuove banchine ad alto fondale, per la ristrutturazione di depositi coperti e per il rifacimento di altre strutture; di questo importo, più di dieci miliardi rappresentano investimenti diretti dell'Autorità".
B.B.
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