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Due portacontainer da 4000 teu ordinate dalla MSC al cantiere Hanjin
Si aggiungono ad altre due unità della stessa portata la cui costruzione è stata commissionata l'anno scorso
26 novembre 1998
La compagnia di navigazione Mediterranean Shipping Company (MSC) di Ginevra, che nel corso della sua storia ha sempre fatto ricorso per la sua flotta al mercato dell'usato, nell'ultimo quinquennio ha mutato politica e per tre volte ha ordinato navi ai cantieri di costruzione. La prima volta è accaduto nel 1993, quando la MSC commissionò alla Fincantieri la costruzione di due navi portacontainer da 3300 teu, che le vennero consegnate nel giugno e nel settembre del 1996 con i nomi di MSC Alexa e MSC Rafaela. Nello stesso anno la compagnia acquistò un'alta portacontainer da 2.480 teu, la MSC Don Giovanni, che era in costruzione praticamente senza committente per una controversia tra l'armatore che aveva effettuato l'ordinazione, la compagnia tedesca Toepfer, e la compagnia noleggiatrice americana Lykes.
Ora la Mediterranean Shipping Company ha ordinato al cantiere navale sudcoreano Hanjin la costruzione di due portacontainer da 4.000 teu, che si aggiungono ad altre due navi della stessa portata ordinate allo stesso cantiere l'anno scorso.
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La compagnia di navigazione Mediterranean Shipping Company (MSC) di Ginevra, che nel corso della sua storia ha sempre fatto ricorso per la sua flotta al mercato dell'usato, nell'ultimo quinquennio ha mutato politica e per tre volte ha ordinato navi ai cantieri di costruzione. La prima volta è accaduto nel 1993, quando la MSC commissionò alla Fincantieri la costruzione di due navi portacontainer da 3300 teu, che le vennero consegnate nel giugno e nel settembre del 1996 con i nomi di MSC Alexa e MSC Rafaela. Nello stesso anno la compagnia acquistò un'alta portacontainer da 2.480 teu, la MSC Don Giovanni, che era in costruzione praticamente senza committente per una controversia tra l'armatore che aveva effettuato l'ordinazione, la compagnia tedesca Toepfer, e la compagnia noleggiatrice americana Lykes. 
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