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Perplessità sulla determinazione delle tariffe di utilizzo delle infrastrutture del trasporto proposta dal Libro Bianco della Commissione UE
Il sistema non consentirebbe di coprire i costi fissi per la realizzazione delle opere, ad esempio nel caso delle infrastrutture portuali sudeuropee
17 dicembre 1998
Il Libro Bianco elaborato dalla Commissione Europea e reso pubblico alla fine dello scorso mese di luglio avrebbe dovuto fare chiarezza sul sistema di fissazione delle tariffe per l'utilizzo delle infrastrutture del trasporto. Ma i dubbi sono ancora tanti, così come sono differenti le interpretazioni.
Oggi presso la Camera di Commercio di Genova, a conclusione dell'assemblea annuale dei soci del Mediterraneo di AMRIE (l'Alleanza degli Interessi delle Regioni Marittime in Europa) si è svolto un incontro allargato ai rappresentanti delle diverse categorie economiche legate al trasporto proprio per discutere i principi proposti dal documento comunitario.
"Il Libro Bianco - ha detto Graziano Mazzarello, vice presidente della Regione Liguria e presidente dell'Ufficio AMRIE di Genova per il Mediterraneo - ripropone lo stesso concetto 'chi usa paga' già contenuto nel Libro Verde sulle infrastrutture marittime, ma aggiunge un altro elemento: non c'è più infatti solo costo un diretto, immediato, ma la tariffazione tiene conto di diversi elementi introdotti dal costo marginale sociale". Mario Carminati e Laura Ghio dell'ILRES hanno infatti evidenziato come il cuore del documento sia proprio la definizione di questo costo (Cmgs), calcolato in base a costi variabili (della congestione, degli incidenti, ambientali e del rumore).
Un gruppo di lavoro dell'Ufficio AMRIE per il Mediterraneo ha valutato negli scorsi due mesi le innovazioni introdotte da questi parametri ed ha elaborato un documento, che pubblichiamo integralmente, con alcune osservazioni e commenti che sarà inviato alla Commissione UE e ai parlamentari europei. L'intento dell'iniziativa è infatti di svolgere un'azione di 'lobby' per promuovere la riconsiderazione di alcuni elementi che - secondo l'Uffico AMRIE - non rendono questo sistema di tariffazione omogeneo, così come era nella intenzioni di Bruxelles: Laura Ghio ha ricordato come sia "necessario innanzitutto valutare l'impatto del Libro Bianco sui vari modi di trasporto e in base alle differenti aree geografiche, oltre a tenere conto di aspetti di natura politica". L'obiettivo del documento è di favorire le modalità di trasporto con minore impatto ambientale (strada verso ferrovia, intermodalità e reti marittime) ma - ha aggiunto - "il Libro Bianco non parla delle modalità di finanziamento delle infrastrutture, che restano un punto oscuro". Le perplessità sono anche riferite ad un'improbabile recupero dei costi di realizzazione delle infrastrutture attraverso i parametri definiti dal costo marginale sociale. Antonio Cosulich, presidente dell'associazione genovese degli agenti marittimi ha sottolineato come questi costi possano essere molto diversi nel caso di un'infrastruttura portuale realizzata "in una landa desolata oppure a Capri". Non solo - ha rilevato Cosulich - ma in ambito portuale bisogna tenere conto anche della concorrenza dei porti di Paesi extra UE adiacenti al territorio comunitario.
Un altro elemento di perplessità è legato al fatto che - ha affermato Laura Ghio - "questi principi, dice il Libro Bianco, sarebbero applicati solo alle nuove opere infrastrutturali"
Insomma, regna una grande incertezza. Ma questa mole di enunciati molto generali, introdotti dal Green Paper prima e dal White Paper poi, un effetto pratico e certo - di grande portata - sembra l'abbiano provocato: riportare la responsabilità e gli oneri dell'esercizio delle infrastrutture ai soggetti coinvolti direttamente nella loro gestione. Non ci sembra un caso, ad esempio, che alcuni enti portuali italiani abbiano invocato la restituzione delle centinaia di miliardi di lire che ogni anno versano nelle casse dello Stato.
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