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Bilancio dell'Autorità Portuale sugli ultimi tre anni di attività dello scalo di Savona Vado
L'ente valuta positivamente i risultati raggiunti recentemente, sia sul piano occupazionale che su quelli economico, commerciale e delle infrastrutture
4 marzo 1999
L'Autorità Portuale di Savona Vado ha presentato al Comitato Portuale il documento "Consuntivo 1996/1998 e passaggio al Duemila", in cui l'ente ha tracciato un quadro della recente attività portuale e ha stimato il valore dello scalo nell'ambito dell'economia della provincia savonese. L'authority ha rilevato che se l'industria dei trasporti ha un peso rilevante sull'economia nazionale, contribuendo con il 5,7% al prodotto interno lordo e fornendo circa il 5% dei posti di lavoro complessivi, a Savona tali percentuali salgono notevolmente, raggiungendo rispettivamente l'11,8% e l'8%. Un contributo fondamentale - ha ricordato l'Autorità Portuale - viene dalle attività correlate al porto di Savona Vado, che da sole creano ricchezza per oltre 500 miliardi di lire (6,1% del dato provinciale) e danno lavoro a circa 2.200 persone (3%), con una produttività annua notevolmente superiore a quella degli altri comparti dell'economia savonese, pari a 232 milioni/addetto.
"A partire dal 1996 l'authority - ha detto il presidente dell'ente, Giuseppe Sciutto, illustrando il documento - ha seguito una strategia finalizzata a due obiettivi fondamentali: da un lato il consolidamento delle attività logistico-portuali esistenti e di quelle industriali alle prime strettamente connesse, dall'altro la creazione di opportunità per l'insediamento di nuove attività legate al mare, anche attraverso una diversificazione delle iniziative che possono scaturire dalla valorizzazione della risorsa porto". Nel bilancio dell'ultimo triennio l'ente portuale ha infatti sottolineato che, "mentre si è rafforzato il settore commerciale attraverso i progetti di grande infrastrutturazione per l'espansione delle opere portuali nei due bacini, non si è persa l'occasione di creare spazi per diverse novità: le crociere, assestate oltre i 100.000 passeggeri l'anno, i traghetti, che nel primo anno di attività hanno superato ogni previsione arrivando a 356.000 unità, le aziende della cantieristica per la nautica da diporto".
Sono state inoltre ricordate le notevoli risorse dedicate al miglioramento delle relazioni con la città, attraverso la riqualificazione delle aree urbane prospicienti la marina, che hanno aperto la strada al rilancio dell'immagine di Savona e hanno offerto opportunità di crescita economica.
"Ciò che maggiormente contraddistingue l'operato dell'amministrazione nei tre anni trascorsi - ha inoltre aggiunto l'ente - è l'enorme sforzo progettuale e la tenace azione di ricerca dei fondi per l'attuazione delle iniziative: un piano organico che comprende oltre 30 grandi progetti per il potenziamento dei vari settori di attività, per la cui esecuzione sono stati assegnati finanziamenti pubblici per circa 180 miliardi di lire. L'impegno dell'Autorità Portuale ha trovato immediate risposte tra gli operatori privati, che nel triennio hanno varato investimenti per circa 45 miliardi, che saliranno a 110 entro la fine dell'anno. I massicci investimenti avranno importanti risvolti occupazionali: la forza lavoro nel porto di Savona Vado crescerà di circa 160 unità nel 1999 e altri 110 posti di lavoro saranno generati nell'indotto; inoltre l'insieme delle iniziative previste fornirà occupazione temporanea per circa 1500-2000 anni/uomo per lo sviluppo infrastrutturale".
"I risultati dell'analisi effettuata - ha rilevato ancora Sciutto - consentono di affermare, a un anno di distanza dalla presentazione del Progetto sinergico porto-territorio, che la crescita del porto di Savona Vado è stata più rapida rispetto alle previsioni, che stimavano per il 1999 la creazione di 200 posti di lavoro e investimenti per circa 200 miliardi".
In conclusione l'Autorità Portuale ha affermato la validità delle proprie strategie e ha sottolineato le prospettive di crescita del porto di Savona Vado "che può così consolidare la propria posizione nell'economia della provincia e della regione, recuperando appieno il ruolo propulsivo che ha storicamente ricoperto".
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