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Positivi risultati di bilancio delle società che compongono il gruppo britannico P&O, che vanno separati da quelli della compagnia di navigazione P&O Nedlloyd, che andranno esaminati a parte. Il presidente Lord Sterling ha sottolineato che il gruppo deve abbandonare il settore immobiliare per concentrarsi sulle attività marittime, in primo luogo le crociere, i servizi traghetto e i porti. Si è inoltre augurato che la tonnage tax, già in vigore in altre nazioni, venga adottata anche in Gran Bretagna. Se questo avverrà, ha detto Lord Sterling, "mi impegno a far rimpatriare sotto bandiera britannica cinquanta navi, tra cui la Grand Princess, la nave crociera più grande del mondo".
Tutte le società del gruppo P&O hanno conseguito l'anno scorso risultati positivi. La P&O Cruises ha realizzato un utile di 216,1 milioni di sterline (177,7 nel 1997). Il settore presenta grandi prospettive di sviluppo. Le nuove navi, ha detto Lord Sterling, hanno un ritorno del 15 per cento sull'investimento effettuato già dal primo giorno. La P&O Ferries presenta un attivo di 81 milioni di sterline (73,2 nel 1997). Le prospettive di sviluppo, ha detto il presidente, sono sempre buone qualsiasisia l'avvenire delle vendite duty free. Ottimo il risultato anche della P&O Ports & Logistics, che include quello della P&O Trans European. La società, che ha sede in Australia e gestisce alcuni importanti container terminal (quello di Mumbai accoglierà la prima nave nei prossimi giorni), presenta un attivo di 80 milioni di sterline (74,5). La Cargo Shipping, che include la partecipazione del 50 per cento nella P&O Nedlloyd e nella Associated Bulk Carriers, ha realizzato un utile di 8,2 milioni di sterline (22,7 nel 1997).
Quanto alla compagnia di navigazione P&O Nedlloyd, si può affermare che due anni dopo la fusione di P&O Containers e Nedlloyd Lines sia stato raggiunto l'equilibrio finanziario. Il risultato del 1998 prima delle imposte è un passivo di 2 milioni di dollari, da raffrontare con quello del 1997 che fu di 74 milioni di dollari di passivo (nel 1997 la società aveva assorbito 104 milioni di dollari di costi extra legati alla fusione). |
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