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Tutti i porti messicani sono ora in grado di autofinanziare i loro programmi di sviluppo
Dopo i maggiori porti, procede la privatizzazione degli altri. Prima della fine di quest'anno verranno privatizzati i porti di Mazatlan, Guaymas, Vallarta e Topolobampo
14 giugno 1999
La privatizzazione ha giovato molto ai porti messicani. Negli ultimi tre anni, dopo che gli scali più importanti sono stati privatizzati, il traffico è cresciuto con una media dell'8,3 per cento, contro il 2 per cento precedente. Prima della fine di quest'anno verranno inoltre privatizzati i porti di Mazatlan, Vallarta, Guaymas e Topolobampo, mentre altri verranno ampliati e ammodernati. Nei prossimi mesi saranno anche portati a termine i lavori d'ampliamento a Vera Cruz e a Progreso (inforMARE del 4 giugno).
Ma il miglior risultato ottenuto dalla politica del governo di Città del Messico è che ora tutti i porti messicani, con i piani delle cosiddette Administraciones Portuarias Integrales (APIS), sono in grado di autofinanziare i loro programmi di sviluppo. I dati resi noti dal coordinatore generale dei Porti e della Marina mercantile della Secretaría de Comunicaciones y Transportes (SCT), Pedro Pablo Zepeda Bermúdez, indicano che nello scorso anno le amministrazioni portuali hanno ottenuto oltre il 170 per cento di aumento dell'utile netto, che è stato di 20,5 milioni di dollari USA, e nei 14 scali marittimi principali sono stati effettuati investimenti (con esclusione di quelli relativi alle concessioni private) per 44,5 milioni di dollari, con un incremento del 63 per cento rispetto al 1997.
Nel 1998 i traffici di tutti i porti, escludendo petrolio e derivati, sono aumentati del 7,7 per cento. Sviluppi anche nel traffico container, che dai 903.000 teu del 1997 sono passati a circa un milione l'anno scorso, e quest'anno saliranno a 1,13 milioni di teu.
Lo scorso anno in Messico in tutti i comparti del trasporto è stato registrato complessivamente un traffico di 661,7 milioni di tonnellate di merce, di cui il 59 per cento è stato relativo al solo trasporto via terra. Il sistema portuale - secondo settore alle spalle del trasporto terrestre - ha invece svolto oltre il 32 per cento del traffico totale. Attraverso i porti messicani passa comunque l'80 per cento del commercio con l'estero, che in questa percentuale viene infatti effettuato per via marittima.
In Brasile intanto verrà offerta entro il prossimo aprile ai privati la possibilità di procedere alla seconda fase della realizzazione della ferrovia che unisce il nord al sud del paese, con lavori che costeranno oltre un miliardo e mezzo di dollari. Al progetto sono interessate le compagnie Odebrecht, Companhia Vale do Rio Doce e l'italiana Fenite.
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