Almeno cinque grandi operatori esteri stanno oggi trattando per una loro presenza nella zona a mare del porto savonese di Vado. Lo ha rivelato l'ente portuale di Savona Vado ricordando che attualmente lo scalo ospita aziende leader nei settori della frutta estera, dei traghetti, dei minerali e che l'interesse è incentrato principalmente sulla sua posizione, che lo rende appetibile per il cabotaggio nel quadro dei trasporti internazionali con la parte occidentale del Mediterraneo e le isole, nonché un sicuro riferimento per il feederaggio.
Nel presentare oggi a Savona gli interventi che incrementeranno ulteriormente l'appeal di Vado nei confronti dei grandi operatori del trasporto, il presidente dell'Autorità Portuale Giuseppe Sciutto ha ricordato che "il porto dispone di una maglia infrastrutturale già di prim'ordine rispetto alle opere in rada e alla situazione di altri scali, costata almeno 310 miliardi di lire". "Ci rendiamo conto però - ha spiegato - che lo sviluppo degli scambi con l'estero attraverso gli attuali terminalisti e l'operatività di nuovi utenti presuppone l'ulteriore miglioramento della viabilità nel comprensorio".
Vado sarà quindi dotato di un nuovo raccordo ferroviario. Il progetto della linea dalla stazione di Vado Z.I. alle aree portuali - ha detto Sciutto - "consta di due fasi: la prima attraverso un tracciato nuovo in galleria dalle banchine all'interporto V.I.O.; la seconda da queste ultime alla stazione di Vado attraverso un altro collegamento che circumvalla il nucleo urbano". La prima fase, essenziale per consentire l'attivazione del servizio ferroviario con lo scalo, è in corso di completamento da parte delle Ferrovie spa con uno stanziamento dell'ordine di 21 miliardi di lire. La seconda fase ha invece anche una forte valenza ambientale in quanto realizza lo spostamento a monte del tracciato, che ora attraversa la città di Vado, consentendo l'eliminazione delle interferenze con la viabilità urbana e la mitigazione degli impatti acustici e visivi. La realizzazione del raccordo, concordata dall'authority portuale e dall'amministrazione civica per riversare nelle zone oltre Appennino con modalità intermodali traffici di rinfuse ora svolti esclusivamente su gomma, sarà finanziata complessivamente con oltre 12,7 miliardi di lire dalla Regione Liguria (5 miliardi), dalla Provincia di Savona (3,99 miliardi proposti nel Patto Territoriale) e dall'Autorità Portuale (3,76 miliardi nell'ambito del progetto di ammodernamento degli impianti di rinfuse solide a Savona Vado).
Quattro miliardi di lire saranno invece destinati al miglioramento della viabilità nell'area urbana, in particolare per la razionalizzazione delle aree dei varchi portuali. I lavori, oltre a dover risolvere i problemi già riscontrati con l'attivazione del servizio traghetti per la Corsica, dovranno consentire di fronteggiare prevedibili incrementi dei traffici veicolari su gomma nel Terrapieno Sud. Verrà quindi utilizzata la strada interna dal porto alla zona industriale per connettere i flussi di traffico con il recente raccordo in galleria che scavalca via Trieste per immettersi senza interferenze sull'arteria di scorrimento veloce che porta al casello autostradale di Zinola, evitando così che il traffico pesante si riversi sull'Aurelia. "La riattivazione della strada interna - ha spiegato Sciutto - consentirà di spostare a monte il varco principale utilizzando la strada stessa e le aree limitrofe necessarie per la sosta e come polmone per i veicoli commerciali; il tutto non disgiunto dalla realizzazione di un collegamento diretto tra banchine e magazzini intermodali del retroporto". E' previsto anche l'ampliamento delle zone per la sosta dei mezzi in entrata e in uscita dal porto.
Altri interventi sono previsti per favorire il rilancio dell'economia dell'area di Vado. Uno di questi riguarda il settore della pesca: " già nel Piano Territoriale di Coordinamento degli Insediamenti Produttivi - ha ricordato l'assessore regionale all'Ambiente, Lino Alonzo - si era prevista la realizzazione di una infrastruttura per la pesca, ribadita nel recente Piano della Costa, laddove si auspica la verifica della realizzabilità di un bacino protetto per pescherecci in relazione all'ipotesi di ricollocare il mercato del pesce, oggi inadeguato, nella zona antistante". Le aree destinate al comparto della pesca sono state peraltro già individuate dall'Autorità Portuale nel piano regolatore portuale in fase di approvazione e comprendono non solo un approdo, ma anche contenitori di servizio e di commercializzazione finalizzati all'insediamento di attività marittime e terrestri e progettati per fare dell'area la maggiore infrastruttura del settore in Liguria.
Un altro progetto, che s'interseca con il precedente, prevede lo spostamento dell'alveo del torrente Segno verso ponente, con il conseguente ampliamento delle aree urbane. Per questo intervento è stato previsto lo stanziamento di oltre un miliardo di lire da parte del governo regionale per la definizione delle modalità gestionali e delle attività utili alla progettazione definitiva di un polo per la pesca ed esecutiva della ri-inalveazione del tratto terminale del torrente, con relativi studi di impatto ambientale.
"Siamo dinanzi ad una progettualità vasta - hanno sottolineato il sindaco di Vado, Roberto Peluffo, e il vice presidente della Provincia, Carlo Giacobbe - ma nel contempo rispettosa dell'ambiente e quindi della qualità della vita della nostra comunità, verso la quale si apre un secolo denso di prospettive di sviluppo sociale ed economico". |
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