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Nel 1999 il traffico del porto di Savona Vado ha subìto una flessione del 2,3%
Il presidente uscente dell'Autorità Portuale ha tracciato un bilancio del quadriennio del porto sotto il suo mandato
19 gennaio 2000
Il porto di Savona Vado ha chiuso il 1999 con una flessione del traffico complessiva del 2,3% rispetto all'anno precedente. La movimentazione totale è stata di 12,5 milioni di tonnellate, con un incremento del traffico di rinfuse liquide del 4% che ha compensato le flessioni registrate nei comparti delle rinfuse solide (-8%), dei prodotti agricoli (-21%) e nel settore del traffico a banchina (-15,4%), che ha visto la movimentazione di circa 1.580.000 tonnellate. L'ente portuale ha sottolineato che in realtà quest'ultimo risultato risente di una revisione nelle procedure di analisi statistica dei dati di traffico e riportando tale modifica anche sul 1998 la variazione si riduce a -10%.
L'Autorità Portuale ha inoltre rilevato che il traffico del 1999 è stato condizionato dalla forte crisi del settore dei prodotti forestali (-11,3%) e metallurgici (-50,1%), legata alla delicata congiuntura dell'hinterland, aggravata da alcune limitazioni alla produzione in ragione di ristrutturazioni societarie e rinnovamento degli impianti. In contrapposizione è aumentata la movimentazione di auto nuove (+4,4%) ed è cresciuta quella di frutta e altre merci al Reefer Terminal (+31,6%), che ha ormai superato la soglia delle 500.000 tonnellate.
Nel settore passeggeri, che si è avvicinato al traguardo delle 500.000 unità, il comparto crocieristico - a differenza di quanto riscontrato in altri porti tirrenici - ha subito una diminuzione del 13%, compensata dalla crescita dei traghetti (+6,5%).
L'analisi sul traffico portuale è stata esposta oggi nel corso della seduta del Comitato Portuale, in cui si è parlato anche dell'evoluzione positiva del gettito fiscale prodotto dal porto nel quadriennio di presidenza di Giuseppe Sciutto, con una crescita dei proventi per le imposte portuali (incamerate per l'82% dallo Stato) attorno al 20%, fino agli oltre 16 miliardi del 1998. L'ente portuale ha calcolato che, considerando gli introiti che derivano dai diritti doganali sulle merci in importazione, lo Stato incassa attraverso Savona Vado circa 6.000 miliardi di lire.
L'authority ha posto anche l'accento sulla ricerca dei finanziamenti per l'attuazione dei progetti svolta dall'ultima amministrazione portuale che ha acquisito oltre 110 miliardi (una quota di circa 27,6 miliardi l'anno) contro i 6,6 della precedente gestione.
Complessivamente le iniziative completate o avviate dall'ente portuale tra il 1996 e il 1999 ha determinato l'impegno di circa 230 miliardi, di cui l'84% è stato destinato al potenziamento delle attività commerciali, con l'espansione delle opere marittime e il completamento delle infrastrutture logistiche. La ricerca di nuove opportunità di crescita socio-economica, attraverso la diversificazione delle attività (radicamento della funzione passeggeri e sviluppo della filiera della nautica da diporto), ha assorbito il 14% delle risorse complessive; il restante 2% è stato dedicato a iniziative di generale utilità, quali la rete telematica e progetti di preservazione ambientale.
La relazione dell'authority ha messo in evidenza anche la costante crescita dell'impegno privato, che è progressivamente aumentato nel corso del quadriennio fino ad oltrepassare i 90 miliardi con il 1999.
Sono state inoltre ricordate le iniziative previste dal Piano regolatore portuale, che prevedono tra l'altro l'espansione delle opere portuali a Savona e la realizzazione di una nuova struttura ad "isola" nella rada di Vado (con prospettive di crescita dei traffici portuali fino ad oltre 15 milioni di tonnellate nel 2004), oltre a progetti di potenziamento delle infrastrutture di trasporto e di valorizzazione del waterfront, che compongono un quadro progettuale che ammonta a circa 360 miliardi di lire.
Per quanto riguarda l'occupazione, che ha registrato una forte contrazione del 22% tra il 1991 e il 1996 e una prima inversione di tendenza registratasi nel corso degli ultimi anni, l'ente portuale ritiene che il consolidamento dei progetti imprenditoriali in atto e l'attuazione delle iniziative di Piano regolatore lascino prevedere per il prossimo futuro la creazione di circa 2.200 posti di lavoro, con un raddoppio dell'occupazione legata al porto di Savona Vado.
Nell'ultima riunione di Comitato portuale da lui presieduta, il presidente dell'Autorità Portuale Giuseppe Sciutto - che da tempo ha annunciato di non voler accettare un secondo mandato - ha dichiarato la propria soddisfazione per l'attività condotta nel quadriennio, sottolineando come l'authority, accanto alla grande mole di lavoro svolta sia in termini propositivi che operativi, abbia conseguito anche risultati "immateriali" ma di grande valenza, come l'apertura del porto al mercato internazionale e la riacquisita visibilità e credibilità dello scalo e del territorio, riscontrabile nel grande interesse dimostrato dai molti investitori e operatori ricevuti in questi anni; risultato questo che ha consentito al porto di Savona, nel pieno sostegno delle politiche della Regione Liguria, di far parte di un disegno di "Sistema portuale ligure" con pari dignità rispetto agli scali internazionali di Genova e la Spezia, muovendo dalle iniziative di promozione e di formazione del personale per arrivare ad un coordinamento dei rispettivi piani regolatori; premessa fondamentale per questo - ha detto Sciutto - la ridefinizione della pianta organica e la riqualificazione del personale che hanno accompagnato il passaggio dall'Ente portuale all'odierna authority.
Completato da parte dell'Amministrazione il processo di privatizzazione del porto, con l'assegnazione agli operatori di tutte le aree demaniali disponibili, e l'acquisizione di nuovi terminalisti oltre a quelli già presenti, il presidente dell'ente portuale ha inoltre rimarcato la crescita di maturità della Compagnia Portuale nei rapporti interaziendali con i terminalisti.
Sciutto ha poi sottolineato che, come testimoniano i dati di traffico di questi anni, il porto e le attività portuali devono considerarsi ormai "mature" per cui, se non interverranno fatti nuovi, siano essi nuovi terminalisti o nuove correnti di traffico, si potrà contare su una mera crescita fisiologica. E' invece nelle attività correlate, come il segmento passeggeri, la cantieristica e la nautica da diporto, che il presidente vede i maggiori fattori di crescita, al punto che se le stime di un 6% di apporto dell'economia portuale sul PIL del territorio complessivo appaiono corrette in considerazione della sola attività commerciale, queste - ha rilevato Sciutto - sembrano decisamente sottostimate ove si considerino le attività allargate, raggiungendo il 10%, più vicino a quel 20% che il Censis propone nello studio svolto recentemente riguardo al porto, peraltro assai più articolato, di Genova. Infatti, a fronte degli investimenti che in questi anni l'Autorità Portuale ha dedicato al segmento del turismo allargato, e che coprono il 14% del totale, sono venuti i più importanti ritorni occupazionali, con oltre 150 nuovi posti di lavoro.
A Savona - ha detto Sciutto - l'intervento conservativo nei confronti delle Funivie (inforMARE del 19 gennaio), il loro spostamento alla DAF e la restituzione delle aree del Miramare alla città consente di completare il disegno di valorizzazione del water front nell'arco costiero che dalla Darsena Vecchia va fino al nuovo porticciolo della Margonara. Vado invece si pone come modello di riconversione industriale e il quadro delle attività logistico - portuali in fase di grande crescita, con l'insediamento di Multiterminal nell'interporto, l'allargamento delle attività del gruppo Orsero e della Forship, completato dalla realizzazione di un polo per la pesca, dall'isola per il cabotaggio e dall'insediamento di cantieristica ed altri servizi, autorizza a prevedere una disponibilità di nuovi posti di lavoro fino ad oltre trecento unità.
Sciutto ha però manifestato il suo rammarico per la perdita di peso progettuale dell'isola di Vado, derivante dal suo dimezzamento rispetto alle proposte iniziali del Piano regolatore, mentre ha suggerito l'opportunità di valutare, attraverso un'analisi costi/benefici, la possibile destinazione turistica della Darsena Nuova, elemento funzionale al completamento della riconversione al turismo allargato delle aree del Porto storico.
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