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Arenamento della Sea Empress, ridotta l'ammenda inflitta al porto di Milford Haven
La Corte britannica d'Appello l'ha ridotta da 4 milioni a 750.000 sterline. L'amministrazione portuale era stata considerata corresponsabile dell'incaglio per aver inviato sulla nave un pilota inesperto e per il sistema di sorveglianza radar del porto, che era difettoso
5 maggio 2000
La Corte britannica d'Appello ha ridotto da 4 milioni di sterline a 750.000 sterline l'ammenda inflitta all'amministrazione portuale di Milford Haven, considerata corresponsabile dell'arenamento della petroliera Sea Empress nel 1996 per aver inviato un pilota inesperto che non aveva mai pilotato una nave di quella portata, e per il sistema di sorveglianza radar del porto, che era difettoso. L'ammenda, oltre a 825.000 sterline per spese di giudizio, era stata inflitta dal tribunale di Cardiff.
Milford Haven è uno dei "trust port" che hanno uno statuto autonomo (dei 600 porti britannici, 90 hanno questo statuto) i cui profitti sono completamente reinvestiti a beneficio degli utenti e degli enti locali. Le sue risorse sono quindi molto limitate e non potrebbe far fronte che con molta fatica al pagamento di un'ammenda piuttosto salata, come quella inizialmente inflittagli.
La Sea Empress era una nave liberiana di 180.000 tonnellate di portata lorda, gestita dalla Acomarit, con equipaggio russo, appartenente al gruppo cipriota Seatankers dell'armatore norvegese John Fredriksen. Il 17 febbraio 1996 si era incagliata nelle Milford Haven mentre si dirigeva al porto gallese di Pembroke, dove vi sono raffinerie della Texaco, dell'Elf e della Gulf. Al momento dell'arenamento aveva nelle cisterne 145.000 tonnellate di greggio, di cui 72.000 erano state sversate in mare ed avevano inquinato la costa di Milford Haven, classificata zona protetta. Il disinquinamento era costato 60 milioni di sterline. Per il disincaglio della petroliera, avvenuto dopo sette giorni, erano stati necessari dodici rimorchiatori.
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