Venezia chiede di non essere l'unico porto italiano penalizzato dalla direttiva ambientale che impedisce l'accesso al porto lagunare alle navi cisterna a scafo singolo. Il presidente dell'ente portuale Claudio Boniciolli ha sottolineato l'anomalia della situazione, che crea difficoltà al solo scalo veneto: «il porto di Venezia, unico tra i porti italiani - ha ricordato - è già stato abbondantemente penalizzato dalla direttiva Bordon, già in essere dallo scorso 15 febbraio. Il ministro dell'Ambiente aveva peraltro affermato nel suo incontro con il Comitato Portuale che Venezia avrebbe goduto dello stesso regime delle altre aree sensibili del Paese. Se ciò non avvenisse entro martedì 29 maggio, ultimo giorno utile, chiedo per Venezia l'esenzione dal pagamento della tassa di ancoraggio da parte di tutte le navi che scaleranno il nostro porto. Tale tassa ha prodotto un gettito annuale, nel 2000, pari a 7.500 milioni. Solo in questo modo si viene a creare una compensazione per il porto di Venezia, che altrimenti resterebbe l'unico porto italiano e sud europeo ad essere pesantemente penalizzato». «E' perfettamente inutile commuoversi, come fa il mondo intero, per Venezia e la sua laguna - ha detto Boniciolli - quando al tempo stesso si creano pesanti discriminazioni sulla principale risorsa economica, il porto, della città e dell'intero nord-est. In ogni caso Venezia e la laguna, come sostenuto ormai da operatori, ambientalisti ed esperti, vanno difese soprattutto in Adriatico piuttosto che entro le bocche di porto. Resta fermo ed inderogabile un efficace intervento da parte del ministero dell'Ambiente per il dragaggio ed il deposito dei fanghi inquinati; escavo e bonifica devono essere affrontati sullo stesso piano». |
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