L'Associazione Italiana Armatori di Rimorchiatori (Assorimorchiatori) sostiene che uniformare le diverse realtà portuali europee, come sostiene la Commissione Europea nella sua proposta di direttiva sul libero accesso al mercato dei servizi portuali, «provocherebbe solo guasti e storture». Il punto di vista dell'associazione è stato espresso oggi dal presidente del suo Comitato tecnico, Gianni Andrea de Domenico, in occasione del convegno annuale della European Tugowners' Association, che si è svolto a Palermo.
Assorimorchiatori sostiene «non un monopolio che impedisca la libertà di accesso ai servizi portuali richiesta dalla Commissione UE, bensì un servizio pubblico fornito da privati, un servizio che prevede a carico di chi lo espleta consistenti investimenti in mezzi e risorse umane e garanzie assolute in materia di sicurezza, nonché di margini operativi per far fronte ai picchi di traffico».
Secondo de Domenico, partendo dalla constatazione della impossibile omogeneizzazione di tutti i porti europei in un unico sistema, è il caso di sottolineare le peculiarità del modello italiano. Le imprese di rimorchio portuale - afferma Assorimorchiatori - sono chiamate in Italia ad offrire il loro servizio a chiunque lo richieda, a qualsiasi tipo di nave, con qualsiasi condizione di tempo e di mare, con regole, modalità operative, qualità delle prestazioni e tariffe predeterminate, 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno, e sono soggette anche all'obbligo di fornire assistenza su richiesta delle autorità marittime. Nel modello italiano la funzione di rimorchio portuale è strategica e "pubblica". L'azienda detiene la concessione per svolgere questa attività deve attrezzarsi con mezzi tali da poter far fronte in qualsiasi momento sia ai picchi di servizio, sia ai servizi di sicurezza che è chiamata a garantire in prima battuta. Obblighi che si traducono in costi e che - sostiene l'associazione - renderebbero poco credibile alla luce delle regole sulla concorrenza l'ingresso di un concorrente in grado di candidarsi a rispondere solo all'attuale domanda di servizio. D'altra parte se entrassero nuovo concorrenti sottoposti agli stessi obblighi aumenterebbe l'eccesso di capacità e quindi aumenterebbero i costi generali del servizio.
«Il modello italiano, basato su un "fornitore universale di servizio" - ha detto de Domenico - è quello che fornisce maggiori garanzie in fatto di trasparenza ed è "cost-efficient"».
Assorimorchiatori ricorda peraltro che sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione Europea hanno di fatto avallato la formula italiana. «Il meccanismo della competizione - ha specificato de Domenico - è comunque assicurato dalla formula della gara bandita dalla pubblica amministrazione per l'assegnazione del servizio di rimorchio, comprensivo degli obblighi di servizio pubblico che reca in sé».
«Non sosteniamo - ha concluso de Domenico - che esista soltanto un modello a cui dovrebbero conformarsi tutti gli Stati membri e i fornitori di servizi di rimorchio. Noi vogliamo sottolineare il fatto che lo scenario è molto diverso da Stato a Stato e che ogni Stato - nel rispetto dei principi comunitari applicati dalla Corte di Giustizia - dovrebbe essere libero di sviluppare il proprio modello, in base alle peculiarità dei propri porti e dei propri mari».
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