Un rapporto sull'economia americana, pubblicato oggi dalla World Trade Organization, rileva come gli Stati Uniti debbano scrollarsi di dosso la tentazione di alzare ulteriormente le barriere alle importazioni per proteggere le industrie nazionali in difficoltà. Strada verso la quale, secondo molti analisti, gli USA si stanno ancor più indirizzando dopo il disastroso attacco terroristico alle torri gemelle di New York e al Pentagono. Si paventa infatti un rincrudimento delle misure di protezione dell'economia statunitense predisposte da Washington per fronteggiare il già vistoso rallentamento dell'economia nazionale. «Dopo un lungo periodo di notevole espansione - conferma infatti il rapporto della WTO, stilato ovviamente prima dell'aggressione terroristica al cuore dell'America - la crescita dell'economia USA ha rallentato significativamente e le importazioni sono calate».
Anche l'economia marittima americana, già particolarmente "blindata", dovrebbe invece - secondo la WTO - abbassare le sue barriere, riducendo così la distorsione del mercato internazionale, limitando le frizioni tra i partner commerciali e rafforzando gli scambi.
La WTO ricorda in particolare le forti misure protezionistiche adottate nel settore navalmeccanico. Il Jones Act prevede infatti che le navi impiegate sulle rotte nazionali possano essere costruite solo da aziende navali statunitensi. «Gli Stati Uniti - rileva il rapporto - dicono che queste misure protezionistiche sono necessarie per mantenere una capacità di produzione navale per ragioni di sicurezza nazionale, ma alcuni membri della WTO hanno sottolineato che la gran parte degli ordinativi sotto il Jones Act sono di natura commerciale, accessibile ai cantieri navali commerciali di tutto il mondo». La Maritime Administration of the Department of Transportation (MARAD) - spiega la WTO - nell'ambito del Federal Ship Financing Programme (Title XI), offre inoltre assistenza finanziaria agli armatori statunitensi ed esteri per la costruzione di navi nei cantieri USA, con esclusione delle unità destinate all'esportazione. E' stato stimato che nell'anno fiscale 1997 il valore dei progetti approvati sotto il Title XI sia ammontato a 803 milioni di dollari, di cui 572 milioni finanziati dal Federal Ship Financing Programme. Nell'anno fiscale 2000 il valore dei 12 progetti a cui è stato consentito di accedere al programma è stato di 1,06 miliardi di dollari, con finanziamenti per 886 milioni di dollari. Due progetti - puntualizza però il rapporto - riguardavano unità destinate all'esportazione.
Le misure protezionistiche menzionate dalla WTO comprendono anche il programma Maritech, per lo sviluppo di tecnologie avanzate a favore dell'industria cantieristica. Nel 2001 il programma è stato finanziato con 9,4 milioni di dollari ed ha contato anche su altri 5 milioni di dollari provenienti da progetti non portati a termine nell'anno precedente.
Inoltre i cittadini americani che possiedono o noleggiano una nave possono ottenere benefici fiscali attraverso il Capital Construction Fund (CCF) e, per costruire navi specializzate, attraverso il Construction Reserve Fund.
In merito ai traffici marittimi, la World Trade Organization ricorda che nell'anno fiscale 1999 gli scambi statunitensi via mare hanno totalizzato 964 milioni di tonnellate, con una flessione superiore al 2% rispetto all'anno fiscale 1997, «che riflette soprattutto il calo a lungo termine delle spedizioni cabotiere di greggio dell'Alaska verso le raffinerie della West Coast statunitense, delle Isole Vergini e delle Hawaii. L'intero traffico nazionale è stato trasportato da navi di bandiera statunitense. Invece il traffico internazionale da e per gli Stati Uniti è aumentato del 2% all'anno nell'arco dei due anni, raggiungendo 1.148 milioni di tonnellate. Circa il 3,2% di queste merci internazionali è stato trasportato sotto bandiera USA».
I traffici marittimi internazionali degli Stati Uniti - rileva il rapporto - sono generalmente aperti alla concorrenza internazionale. L'Ocean Shipping Reform Act (OSRA) del 1998 ha inoltre contribuito a sviluppare la concorrenza permettendo alle compagnie di navigazione indipendenti di stipulare contratti di servizio con importatori ed esportatori: «con l'OSRA - spiega la WTO - i gruppi di vettori non possono più impedire alle linee di navigazione indipendenti di stringere contratti con i caricatori. Come risultato della riforma, l'utilizzo dei contratti di servizio è cresciuto sensibilmente ed ora coprono l'80-90% dei carichi trasportati in alcuni settori». Rimane comunque forte il potere della statunitense Federal Maritime Commission (FMC) che, come prevede l'OSRA, può controllare i noli praticati da compagnie di navigazione estere sotto controllo governativo e verificare eventuali servizi offerti sotto costo, assumendo anche azioni contro armatori, agenti, operatori coinvolti in pratiche tariffarie che creano «condizioni non favorevoli al trasporto marittimo negli scambi con l'estero degli Stati Uniti».
Le misure protezionistiche dell'economia marittima statunitense comprendono anche i trasporti di merci governative: il 50% di questi carichi - specifica la WTO - deve essere trasportato da navi di bandiera USA. Questa quota sale al 75% per alcune merci agricole e al 100% per i carichi militari.
«Dal 1999 - si legge nel rapporto - tre compagnie di navigazione statunitensi sono state acquistate da società estere: l'iniezione di capitali esteri sembra essere in apparenza l'unico modo per mantenere le navi di queste compagnia sotto la bandiera americana». Il rapporto ricorda che sia l'American President Lines, ceduta al gruppo NOL di Singapore, che la Maersk Sealand, nata dall'acquisizione dell'americana Sea-Land da parte della danese Maersk, operano navi che sono iscritte al Maritime Security Program (MSP) statunitense. Queste navi, come previsto dalla normativa per accedere al programma, sono gestite da società di proprietà statunitense e noleggiate alla APL ed alla Maesrk Sealand. Il programma MSP concede finanziamenti fino a 47 navi. I fondi concessi nell'anno fiscale 1997 sono ammontati a 38 milioni di dollari, quota che è cresciuta a 94 milioni di dollari nell'anno fiscale 1999. Fino al 2005 potranno inoltre essere concessi finanziamenti fino a 100 milioni di dollari all'anno. |
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