Il prossimo 13 novembre il Parlamento Europeo esaminerà la relazione Jarzembowski sulla proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio UE sull'accesso al mercato dei servizi portuali, che pubblichiamo nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica".
Sul contenuto del progetto di direttiva e sugli emendamenti proposti si sono formati due opposti schieramenti. Quello costituito dagli utenti dei porti - armatori, agenti, caricatori, spedizionieri - appoggia la proposta chiedendo l'introduzione di alcune modifiche, tra cui il prolungamento dei termini di concessione delle aree portuali rispetto a quanto previsto dal progetto di direttiva, richiesta sulla quale concordano i terminalisti portuali. L'appello della parte imprenditoriale è di far sì che siano resi possibili gli investimenti nei porti, garantendo agli operatori l'utilizzo delle infrastrutture per un congruo numero di anni. Il varo della proposta della Commissione viene considerato indispensabile in particolare per l'incentivazione del trasporto marittimo a corto raggio, che sarebbe reso più efficiente con l'introduzione dell'autoproduzione, cioè con la possibilità da parte dell'utente di utilizzare proprio personale per le operazioni di carico e scarico della merce. Diversa invece la posizione di alcuni porti, in particolare del Nord Europa, di alcuni operatori portuali, in primis piloti e compagnie portuali, che respingono la proposta di direttiva, chiedendo di escludere dal provvedimento i servizi tecnico-nautici (pilotaggio, rimorchio e ormeggio), le operazioni di carico e scarico delle merci e i servizi ai passeggeri.
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