L'Associazione Ligure Commercio Estero (A.L.C.E.), riunitasi oggi in assemblea a Palazzo San Giorgio a Genova, ha chiesto a gran voce lo sviluppo delle attività portuali in Liguria. Nella sua relazione, che pubblichiamo nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica", il presidente dell'associazione, Giovanni Ravano, ha sottolineato la crescente internazionalizzazione dei porti di Genova, La Spezia e Savona ed ha sottolineato la necessità che, anche grazie all'adozione dei piani regolatori portuali, «cessino per sempre gli inutili episodi di frizione, talora tendenziosa, tra città e porto». L'associazione auspica un ulteriore sviluppo dei porti. In particolare per lo scalo del capoluogo ligure - ha detto Ravano - «ribadiamo il nostro sì, già espresso ad alta voce lo scorso anno, alla Maersk e alle altre multinazionali dei trasporti che vorranno insediare a Genova ed in Liguria la loro centrale operativa per il Mediterraneo».
Il presidente dell'A.L.C.E. ha lanciato anche un allarme per la possibile involuzione della portualità ligure. «Per quanto concerne il ruolo di Genova nella portualità internazionale - ha specificato - si segnala ancora il rischio che esso diventi un porto feeder e non più capolinea. Un rischio che non deve far sorridere perché, al crescere delle dimensioni del naviglio senza un parallelo crescere sia delle infrastrutture portuali (piazzali, pescaggi, mezzi di movimentazione) che della massa critica di traffico, non si potrà mantenere uno status di porto gateway per tutta l'Europa».
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