Si è svolto questa mattina nel cantiere navale di Sestri Ponente (Genova) del gruppo Fincantieri il varo tecnico della
Costa Fortuna, la nuova unità di Costa Crociere che - con le sue 105.000 tonnellate di stazza lorda - sarà la più grande nave da crociera di bandiera italiana della storia.
La realizzazione di
Costa Fortuna segna un'ulteriore fase di sviluppo dell'attività dello stabilimento genovese nel settore delle navi passeggeri e rappresenta nel contempo il suo ritorno alla costruzione di grandi navi da crociera. In un passato ormai piuttosto remoto lo stabilimento di Sestri Ponente aveva messo in mare alcuni tra i principali gioielli dell'industria navale italiana, tra cui il
Rex (1931), l'
Andrea Doria (1951) e la
Michelangelo (1965). Il ritorno di Genova sulla scena della costruzione di navi da crociera - ha annunciato il sindaco della città, Giuseppe Pericu, nel corso della cerimonia del varo - sarà celebrato con una mostra dedicata ai transatlantici nell'ambito delle manifestazioni del 2004, anno in cui il capoluogo ligure sarà capitale europea della cultura.
L'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha detto che, con la costruzione di
Costa Fortuna e della gemella
Costa Magica, il gruppo navalmeccanico italiano non può che essere fiducioso circa il futuro dei cantieri di Sestri Ponente nella costruzione di nuove unità crocieristiche. Anche il presidente di Fincantieri, Corrado Antonini, ha manifestato ottimismo e ha sottolineato la buona salute dell'industria navale italiana. Il portafoglio ordini consente al gruppo di lavorare con una certa tranquillità: «altri cantieri europei - ha precisato Antonini - si stanno chiedendo cosa faranno adesso, e non tra due anni come noi».
Ma non sono tutte rose e fiori. I cantieri e gli armatori italiani si sentono abbandonati dal governo italiano. Antonini ha sollecitato l'esecutivo ad inserire nella legge finanziaria le misure a sostegno del settore navale necessarie per mantenere il grado di competitività dell'industria italiana. Alle preoccupazioni di Antonini ha fatto eco la rabbia di Giovanni Montanari, presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), che - a margine della cerimonia del varo - ha accusato il governo di continuare a ribadire il suo interesse per l'industria del mare, ma di non fare alcunché per sostenerla. «Il ministro Tremonti - è stato il lapidario commento di Montanari - ha bloccato tutto. Non c'è niente nella finanziaria per l'industria armatoriale. Sono estremamente deluso».
Lo sconforto del mondo armatoriale italiano non ha contagiato - almeno oggi - Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato di Costa Crociere, che ha elencato con soddisfazione i risultati raggiungi dalla sua compagnia. Nel 2002 il tasso di occupazione della flotta è stato di superiore al 103% e uguale a quello del 2001. Il numero delle presenze giornaliere è stato di 3,6 milioni, con un incremento del 7%. Anche il fatturato 2002 registrerà una crescita simile, pur con una lieve flessione nel segmento delle prenotazioni dei voli aerei. Nel 2003 la capacità della flotta di Costa salirà del 21% in termini di passeggeri-giorno.
Gli obiettivi della compagnia italiana non si concentrano però solo sul mare. Foschi ha confermato l'interessamento di Costa per il terminal crocieristico di Napoli: «ho già detto all'Autorità Portuale - ha dichiarato - che siamo interessati a partecipare come azionisti nel terminal». Secondo Foschi l'ingresso di Costa nella stazione marittima napoletana potrebbe concretizzarsi l'anno prossimo.
Il 2003 sarà un anno cruciale, e probabilmente memorabile, soprattutto per Carnival Corporation, il gruppo che controlla Costa Crociere. L'azienda statunitense sta infatti per mettere le mani sulla terza compagnia crocieristica mondiale, la P&O Princess, lasciando a bocca asciutta Royal Caribbean, che aveva stretto un accordo preliminare di fusione con la società britannica. Il management di P&O Princess ha recentemente manifestato la sua preferenza per l'offerta della Carnival, tanto da decidere di troncare l'intesa con Royal Caribbean (
inforMARE del
25 ottobre 2002). Una separazione costosa per la compagnia britannica: «la penale di 62,5 milioni di dollari - ha detto oggi a Genova il presidente di Carnival, Micky Arison - è già stata pagata». Arison prevede che gli azionisti di P&O Princess saranno chiamati a pronunciarsi sull'accordo con Carnival nel prossimo febbraio e che il takeover del gruppo americano sulla società britannica possa essere portato a termine entro il terzo trimestre del 2003.
B.B.