Le misure temporanee di difesa alla cantieristica navale europea, che mercoledì scorso la Commissione Europea ha deciso di estendere al 31 marzo 2005 (
inforMARE del
21 gennaio 2004), sono «tardive e di scarsissima efficacia». Lo afferma oggi l'italiana A.N.CA.NA.P. (Associazione Nazionale Cantieri Navali Privati), spiegando che «le misure di difesa prorogate riguardano un numero ristretto di tipologie di navi e sono di entità assolutamente inadeguata». «La misura proposta, per dimensione e campo di applicazione - rincara la dose A.N.CA.NA.P. - ha il sapore di una vera e propria beffa, quasi studiata di proposito per tacitare giuste pretese dai cantieri europei».
«I singoli Stati europei, infatti - ricorda l'associazione - possono concedere aiuti solo per navi petrolchimiche, gasiere e portacontenitori con un ammontare che non può eccedere il 6% del prezzo, ed è inoltre richiesta la prova diabolica della presenza contestuale di una concorrenza specifica da parte dei cantieri coreani sui singoli contratti». Secondo A.N.CA.NA.P., «la tipologia di navi assistibili dal contributo, oltre ad essere molto limitata, riguarda navi appannaggio quasi esclusivo della cantieristica coreana, escludendo navi ad alta tecnologia e specializzazione come traghetti, navi veloci, passeggeri, ferries, supply vessels, dove la battaglia è ancora aperta e può essere vinta se affrontata con i giusti mezzi, prima che anche questo settore del mercato sia fagocitato dalla concorrenza sleale della Corea e dei Paesi del Far East».
«Le autorità europee - sottolinea A.N.CA.NA.P. - conoscono benissimo la dimensione del gap provocato dalla concorrenza sleale della Corea e degli altri Paesi del Far East, gap che si è ulteriormente ed enormemente allargato di oltre il 20% per la svalutazione del dollaro rispetto all'euro. Con le misure proposte la Commissione Europea dà l'impressione, non fondata, di non voler abbandonare la cantieristica europea, mentre invece ne compromette la sopravvivenza con un'aliquota assolutamente inadeguata, escludendo dal sostegno navi dove le posizioni di mercato sono ancora aperte e non compromesse, fra l'altro oggetto, negli ultimi tempi, di un pesante e massiccio attacco da parte dei cantieri coreani».
L'associazione dei cantieri navali privati italiani, auspicando che «anche il governo italiano faccia sentire la propria voce a difesa della cantieristica nazionale», invita «la Commissione e il Consiglio dei ministri europei ad assumere con urgenza misure effettivamente idonee a sostenere l'industria cantieristica navale europea, portando l'aiuto ad almeno il 15% del prezzo (recuperando così parte del gap legato alla svalutazione dollaro/euro), ed estendendolo a traghetti, fast ferries, supply vessels, considerato anche che si tratta di misure eccezionali, temporanee e di breve durata».
«Solo così - conclude l'associazione - gli organismi europei dimostreranno di avere veramente a cuore le sorti della navalmeccanica e dell'economia europea, cancellando l'impressione di voler apparentemente sostenere i cantieri navali a rischio di essere cancellati per la sleale concorrenza coreana, ma di fatto abbandonandoli al loro destino e ad una ingiusta scomparsa».