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Il porto di Genova archivia il 2004 con un traffico di 57 milioni di tonnellate di merci (+57%)
«Siamo indietro con le infrastrutture», ha detto il presidente della port authority, Giovanni Novi. «Ben venga il terzo valico, ma intanto potenziamo quello che già abbiamo»
3 febbraio 2005
Nel 2004 il porto di Genova ha registrato incrementi in tutti i settori del traffico delle merci, con l'esclusione delle rinfuse solide alle acciaierie di Cornigliano, totalizzando complessivamente una movimentazione di 57 milioni di tonnellate, con una progressione del 3,8% rispetto all'anno precedente. Una crescita limitata rispetto a quella dei principali porti del northern range europeo, che nel 2004 hanno aumentato ulteriormente il divario che li separa dagli scali mediterranei grazie ad incrementi dei volumi movimentati compresi tra il 6,6% di Anversa e l'8,1% di Rotterdam; una crescita limitata anche rispetto gli agguerriti porti spagnoli di Barcellona (+15%) e Valencia (+7,5%), ma superiore a quella dei diretti concorrenti della Spezia (-6,9%) e di Marsiglia (-1,6%), entrambi penalizzati dal calo delle rinfuse liquide.
Da qualche anno, cioè da quando si sono affievoliti gli effetti legge di riforma portuale del 1994 e il porto di Genova ha dovuto fare i conti con la carenza di aree e di infrastrutture, lo scalo del capoluogo ligure, porta privilegiata del mercato dell'Europa meridionale, che - stringi, stringi - è costituito da quello che resta del sistema industriale dell'Italia settentrionale, vivacchia di rendita e fatica a porre le basi per il futuro non riuscendo ad accontentare appieno i gruppi armatoriali che vogliono investire nel porto e portando avanti a rilento i necessari adeguamenti infrastrutturali.
Il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi, rileva come nel settore dei container, depurando i risultati di traffico dai volumi movimentati nelle attività di transhipment (quando un container è sbarcato da una nave per essere caricato su un'altra portacontainer), Genova sopravanzi ancora Barcellona e Valencia. È peraltro poco rassicurante constatare come, anche in questa graduatoria, il porto genovese sia tallonato da presso da scali che non dispongono di una collocazione strategica invidiabile quale quella di Genova.
Comunque Giovanni Novi, è ottimista. Tanto che ha appoggiato con entusiasmo l'iniziativa del governatore della Regione Liguria, Sandro Biasotti, che ha affidato all'architetto Renzo Piano il compito di disegnare il futuro del porto. Iniziativa alla quale si sono accodate le altre istituzioni, unanimi nel riconoscere il prestigio di Piano. Il progetto-affresco dell'architetto, illustrato nella relazione del presidente Novi sulle attività svolte nel 2005 dal porto, è tanto ambizioso quanto rischioso: prevede ingenti investimenti e prevede che i fautori del progetto riescano a convincere il governo che il piano ha valenza nazionale e strategica per l'economia italiana. La strada è lunga e per evitare sorprese a progettazione conclusa l'Autorità Portuale - ha confermato Novi - «ha imbarcato anche le istituzioni nei grandi progetti», per non rischiare di incassare pareri negativi una volta completata la fase di studio. Il prossimo passo spetta ora al Comitato Portuale, che il 14 febbraio dovrà prendere in esame le osservazioni sul progetto di Renzo Piano giunte a Palazzo San Giorgio e decidere la sua compatibilità con le opere previste dal Piano Regolatore Portuale.
Intanto, in attesa di conoscere il risultato della scommessa sull'affresco dell'architetto, il porto rischia di perdere ulteriore terreno. Novi ne è consapevole: «siamo indietro con le infrastrutture», ha confermato stamani il presidente della port authority presentando la sua relazione sul 2005 a Palazzo San Giorgio (che pubblichiamo nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica") insieme con il segretario generale dell'ente portuale, Alessandro Carena, il comandante della Capitaneria di Porto di Genova, Marco Brusco, e altri dirigenti della port authority. «Ben venga il terzo valico - ha aggiunto Novi - ma intanto potenziamo quello che già abbiamo».
Per ora il presidente del porto si ritiene confortato dai "numeri" del traffico, che - ha detto - «sono positivi, con l'eccezione dei passeggeri». Ma - ha precisato - i traffici persi con la vicenda di Festival Crociere saranno recuperati attraverso la MSC Crociere dell'armatore Aponte, che ha acquisito alcune navi della compagnia fallita, e convincendo Costa Crociere a tornare in forze a Genova. Se il porto non è ancora riuscito a recuperare Costa Crociere - ha spiegato - è perché le nuove navi della compagnia del gruppo Carnival devono ancora essere immesse nel network crocieristico della compagnia; inoltre - ha osservato - il problema «si risolverà quando daremo un terminal agli armatori delle crociere» che «hanno necessità diverse dagli armatori dei traghetti»
Il nodo principale resta comunque quello delle opere portuali e delle infrastrutture di collegamento con i mercati. Nel suo primo anno alla guida del porto di Genova, Giovanni Novi, ha constatato con delusione quanto tempo ci voglia per concretizzare queste iniziative. Si è invece dichiarato soddisfatto per l'esito della vicenda del terminal Multipurpose, che ha monopolizzato gran parte dell'attenzione dei media nella prima parte del 2004: «è stato fatto un mosaico molto intelligente - ha detto - e non uno spezzatino» e la vicenda si è chiusa «riuscendo a far venire Mediterranean Shipping Company e a dare a Tirrenia gli spazi che chiedeva» (inforMARE del 14 luglio 2004).
Novi dovrà ora affrontare un problema analogo al terminal di Voltri, su cui si è spostata l'attenzione nella seconda metà del 2004. A Voltri vogliono insediarsi importanti gruppi armatoriali e terminalistici (A.P. Møller-Maersk, COSCO, Evergreen, Eurogate/Contship Italia), a cui sta stretto il sesto modulo del terminal, che è in via di completamento e che è la sola area attualmente disponibili per altri operatori. Da parte sua il gruppo PSA di Singapore, che gestisce il Voltri Terminal Europa (VTE), è disposto a lottare per non lasciarsi sfuggire un solo metro quadrato di aree così preziose e appetite, compreso il sesto modulo. Il presidente dell'Autorità Portuale ha sottolineato che «la lotta per Voltri è un segno positivo». Novi è convinto che anche in questo caso possa essere trovata una soluzione buona per tutti. Il secondo anno del suo mandato alla presidenza della port authority sarà cruciale per definire una volta per tutte le linee di sviluppo dello scalo genovese. Buon lavoro quindi a Novi e allo staff dell'Autorità Portuale che, tra un anno, dovrà dare risposte non più differibili per assicurare un degno futuro al porto di Genova.
Bruno Bellio
Porto di Genova Statistiche del traffico (Fonte: Autorità Portuale di Genova)
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