Nel 2004 i i cantieri navali italiani hanno acquisito ordini per complessive 1.250.000 tonnellate di stazza lorda compensata (il doppio del consegnato), per un valore di quasi quattro miliardi di euro, facendo salire il portafoglio ordini a 6,1 miliardi, di cui 4,6 per l'estero. Lo ha detto oggi il presidente di Assonave, Corrado Antonini, nel corso dell'assemblea dell'associazione tenutasi a Roma alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi.
Lo scorso anno è stata registrata una ripresa della committenza europea e italiana, grazie anzitutto agli sviluppi del cabotaggio con le connesse "autostrade del mare". Positivo è stato nel 2004 anche l'andamento del comparto delle costruzioni militari. Il programma di ammodernamento della Marina Italiana ha visto il varo della portaerei
Cavour e la fase avanzata di realizzazione dei sommergibili e fregate frutto di progetti in comune con le Marine e le industrie, rispettivamente, di Germania e Francia. Importante è stato anche il riaffacciarsi sui mercati esteri attraverso la fornitura di prodotti, componenti e know-how.
Più in generale - ha osservato Antonini - la globalizzazione ha messo sotto pressione tutta la filiera delle attività marittime: armamento, cantieristica, portualità. La domanda di navi ha toccato nel 2004 il record di 48 milioni di tonnellate di stazza lorda compensata, con una forte crescita delle unità ad alta tecnologia (gasiere, chimichiere, traghetti, navi da crociera). Per circa l'80% i nuovi ordini sono andati ai cantieri coreani, giapponesi e cinesi.
Ai cantieri europei - non pochi ancora alle prese con vuoti di lavoro - è toccato il 15%. Il balzo rispetto al minimo storico del 2003 - ha sottolineato - va a merito di chi ha saputo "smarcarsi" dalla concorrenza asiatica, specializzandosi in segmenti di domanda (come la Germania nelle portacontainer medie e piccole) oppure in nicchie molto qualificate, come l'Italia che ha oggi in costruzione 10 delle 21 navi da crociera e 17 dei 26 ferry oltre i 150 metri richiesti al mondo.
A fronte dei risultati positivi, specie nel confronto con la situazione dell'industria manifatturiera nazionale - ha aggiunto Antonini - purtroppo sono da lamentare ritardi sia nel finanziamento degli impegni pregressi assunti con leggi nei confronti dei cantieri e degli armatori, sia nel recepire direttive UE a supporto del settore. "La cantieristica italiana - ha concluso - ha saputo in questi anni contribuire come poche altre alla difesa del "made in Italy". Crediamo sia interesse del Paese assicurare le condizioni perché questa industria possa continuare a sviluppare le sue potenzialità".
Nella rubrica "
Forum dello shipping e della logistica" pubblichiamo la relazione di Antonini all'assemblea.