L'assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Porti della Regione Liguria, Luigi Merlo, non è soddisfatto della risposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, alle accuse mosse dalle Regioni al governo per il varo del provvedimento che riserva al suo dicastero la nomina di 12 presidenti di Autorità Portuali (
inforMARE del
30 dicembre 2005).
«Non c'è Unione Europea che tenga - ha detto oggi Merlo rispondendo ad una lettera inviata da Lunardi - le nomine dei presidenti delle Autorità Portuali che il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi ha avocato a sé con il decreto di fine anno sono e restano un blitz inaccettabile per le regioni italiane». Si tratta - ha aggiunto - di «una risposta priva di motivazioni plausibili, anzi fitta di contraddizioni, che non si può accettare» e - ha sottolineato - di «un decreto di dubbia costituzionalità, tanto che il ministro su questo punto, glissa brillantemente. Alle Regioni, alle Province e ai Comuni non resta che appellarci al presidente della Repubblica affinché non apponga la firma sul decreto, forti delle nostre convinzioni e dei ripetuti pronunciamenti della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato».
«Non troviamo alcuna correlazione tra le esigenze dell'Unione Europea e questo provvedimento», ha osservato Merlo. «Un decreto - ha spiegato - che, pur ugualmente non condivisibile, si sarebbe compreso se contestualmente il governo avesse riconosciuto alle 12 Autorità Portuali l'autonomia finanziaria o finanziamenti speciali per il loro potenziamento o, ancora, se avesse privilegiato nelle scelte gli investimenti infrastrutturali collegati a questi scali, avesse esteso le aree doganali in aree extra-porto, potenziato le attività logistiche, individuato procedure accelerate per l'approvazione o la modifica dei piani regolatori portuali».
«Il ministro Lunardi sa benissimo - ha rilevato Merlo- che alcuni dei dodici porti da lui "elevati di classe" rischiano il declino per il blocco delle risorse e quindi degli investimenti e non possono avere un adeguato tasso di crescita per i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture. Ci sono porti che attendono da molti mesi l'approvazione dei piani regolatori portuali da parte del ministero dei Beni culturali».
«Pur non percorribili tout-court - ha osservato l'assessore ligure - le esperienze europee che funzionano dimostrano come i porti crescano se svincolati da un eccesso di centralismo, se riescono a fondersi e a portare sviluppo e crescita economica ai loro territori. Questo non è localismo, ma una corretta visione delle politiche portuali. Nulla a che vedere con i presidente-podestà del decreto Lunardi. Dove c'è condivisione tra amministrazioni locali, i comitati portuali, i presidenti, i porti funzionano, quando invece i presidente delle Autorità Portuali sono frutto di contraddizioni, è la paralisi. Siamo di fronte a un provvedimento che umilia la portualità italiana, già abbandonata da questo governo. Quello che verrà dovrà lavorare molto, e in fretta, per ridare dignità a un settore vitale strategico per il Paese».