Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha deciso di respingere il comma 2 dell'articolo 25 del decreto legge governativo che riservava al ministro delle Infrastrutture la nomina dei presidenti dei dodici porti italiani classificati di interesse nazionale e internazionale.
«Esprimo profonda soddisfazione per la decisione del presidente della Repubblica», ha dichiarato oggi l'assessore ai Trasporti della Regione Campania, Ennio Cascetta, coordinatore della Commissione Infrastrutture, mobilità e governo del territorio della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Secondo Cascetta, tale comma risultava palesemente incostituzionale in quanto cancellava «la necessaria codeterminazione tra ministro e Regioni per la nomina dei vertici delle principali Autorità Portuali d'Italia, limitandosi a "sentire" i presidenti delle Regioni interessate».
Positive anche le prime reazioni dei rappresentanti di alcuni enti regionali: il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, e l'assessore alle Infrastrutture della Regione Liguria, Luigi Merlo, hanno definito la decisione di Ciampi una bocciatura «sacrosanta».
È - ha detto Spacca - «una buona notizia per il porto di Ancona e la crescita delle Marche». «Si tratta - ha aggiunto - di una bocciatura sacrosanta che riconosce la validità delle nostre ragioni. Era subito emersa la dubbia correttezza istituzionale del provvedimento, che andava a ledere pesantemente le prerogative delle Regioni. Inoltre, nel caso delle Marche, venivano penalizzate ingiustamente Ancona e l'intera comunità regionale. Il declassamento dello scalo dorico avrebbe compromesso il ruolo strategico dell'infrastruttura e dello stesso capoluogo regionale, al centro dell'Adriatico non solo per una questione geografica, ma per le potenzialità legate allo sviluppo dei rapporti internazionali con l'area balcanica. Il porto di Ancona rappresenta il ponte ideale per consentire alle Marche e all'Italia di aprirsi a Est e per sostenere le opportunità di crescita dell'Europa allargata».
«Inoltre - ha sottolineato Spacca - la decisone sbagliata del governo nazionale avrebbe compromesso gli investimenti programmati in questi anni e destinati a rilanciare lo scalo attraverso il potenziamento del porto e il suo collegamento con le grandi reti di trasporto nazionali. Esprimo, pertanto, soddisfazione per l'intervento del presidente della Repubblica, la cui decisione ribadisce la centralità degli enti locali nella programmazione dello sviluppo del proprio territorio».
Secondo l'assessore ligure Merlo si tratta di una «decisione sacrosanta, quella del presidente della Repubblica, a fronte a un provvedimento incostituzionale, che conferma la validità delle considerazioni che avevamo formulato contro il blitz del ministro Lunardi di fine anno, accompagnato da motivazioni senza fondamento, solo per avocare a sé la nomina di dodici presidenti di autorità portuali italiane».
«Ora che verità e legalità sono state ristabilite - ha aggiunto Merlo - il ministro Lunardi dovrebbe fare una seria autocritica e avviare una discussione collaborativa con le regioni, cosa che fino ad oggi non è stata fatta ma che è assolutamente indispensabile per rilanciare il settore. Vanno sin da subito costruite le condizioni per una seria analisi e una conseguente proposta di riforma della legge 84/94, per far sì che possa essere uno dei primi provvedimenti approvati dal nuovo Parlamento». «Nel contempo - ha concluso - il ministro dovrebbe attivarsi per affrontare in modo deciso alcune delle tante emergenze che rischiano di mettere in ginocchio la portualità, a partire dal mancato rinnovo del contratto dei dipendenti delle dogane per il quale dovrebbe attivarsi con i ministri della Funzione pubblica e dell'Economia, sino ad assumere una posizione analoga a quella assunta dal ministro dei trasporti tedesco Wolfgang Tiefensee contro la direttiva "Port Package II" che anche in Italia potrebbe comportare le perdita di molti posti posti di lavoro».