Federmar-Cisal ha manifestato oggi «estrema preoccupazione» per «il disimpegno del governo nei confronti del comparto marittimo nazionale» colpito - ha affermato il sindacato - da «una politica di tagli che va a colpire le aziende operanti nel cabotaggio, più precisamente nei collegamenti con le isole maggiori e minori».
«In particolare - ha spiegato Federmar-Cisal - nella finanziaria per l'anno in corso non è stato rifinanziato l'intervento per gli sgravi contributivi a favore delle imprese, mentre sono state ridotte di un centinaio di milioni, ossia di quasi il 40%, le sovvenzioni per il Gruppo Tirrenia e ciò nonostante sia in vigore una convenzione con lo Stato fino a tutto il 2008».
Il sindacato teme che, di fronte a questi tagli, «le aziende non abbiano altra alternativa che la riduzione dei servizi e delle linee, con inevitabili ripercussioni a danno dell'utenza nonché dei livelli occupazionali». «Da una stima effettuata, infatti, per il solo Gruppo Tirrenia (Tirrenia, Adriatica e Regionali) - ha rilevato Federmar-Cisal - la diminuzione dei servizi per rientrare nella copertura delle sovvenzioni, come stabilite dalla finanziaria, comporterebbe un esubero di personale di oltre 1.500 unità, in gran parte naviganti, a cui si aggiungerebbero quelle delle aziende private. Qualora avvenisse, tale salasso di posti di lavoro sarebbe un colpo mortale per l'occupazione del settore, già duramente ridimensionata con l'istituzione del Registro Internazionale e l'imbarco, ormai generalizzato, di marittimi extracomunitari».
Federmar-Cisal si è pertanto appellata alle forze politiche «affinché in questo ultimo scampolo della legislatura vengano apportati i dovuti correttivi, ripristinando per il comparto la situazione delle risorse esistente nel 2005»; nel contempo, a difesa dei posti di lavoro, il sindacato ha dichiarato «lo stato di agitazione dei lavoratori di questo settore con il ricorso allo sciopero in presenza di riduzione dei servizi da parte delle aziende».