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Nel 2005 il trasporto aereo internazionale ha registrato crescite del 7,6% dei passeggeri e del 3,2% delle merci
L'industria aerea ha però totalizzato perdite per sei miliardi di dollari
31 gennaio 2006
Lo scorso anno il trasporto aereo internazionale di passeggeri ha registrato un incremento del 7,6%, mentre il trasporto aereo internazionale delle merci ha mostrato una crescita del 3,2%. Lo ha reso noto oggi l'International Air Transport Association (IATA) illustrando i primi risultati statistici sull'evoluzione del traffico aereo nel 2005.
«Il settore - ha dichiarato il direttore generale e amministratore delegato della IATA, Giovanni Bisignani - stata tornando a tassi di crescita più normali dopo i crolli iniziati nel 2001. Il traffico passeggeri è inferiore rispetto all'aumento del 15,3% registrato nel 2004, ma è superiore alla crescita storica del 6%. Tuttavia il traffico merci è ad un livello basso in modo deludente, come risultato di una scarsa domanda da parte di settori chiave quali quello dell'IT e dei semiconduttori».
Nonostante la crescita del traffico nel 2005 l'industria aerea ha registrato perdite per complessivi sei miliardi di dollari totalmente addebitabili alle aviolinee statunitensi, che hanno perso 10 miliardi di dollari, mentre i vettori europei e quelli asiatici hanno incamerato utili rispettivamente per 1,3 miliardi e 1,5 miliardi di dollari.
«Crescita e profitti - ha osservato Bisignani - sono concetti completamente differenti. Nel corso del 2006 è previsto un aumento intorno al 5-6% del traffico dei passeggeri e delle merci, ma si prevede che l'industria registri un'altra perdita di oltre quattro miliardi di dollari nel 2006. Il settore non vedrà utili fino ad almeno il 2007. La riduzione dei costi rimane cruciale. Tutti i partner e gli operatori del settore dovranno concentrare la loro attenzione sul rendimento del carburante e sulla lotta ai costi. Nonostante abbiamo compiuto qualche buon progresso, la strada è ancora lunga. Troppi monopoli aeroportuali non comprendono la necessità dell'efficienza e troppi governi stanno evitando di assumersi le loro responsabilità nel definire normative laddove la disciplina commerciale è assente».
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