Federimorchiatori ha sottolineato quali siano stati i punti basilari della federazione ribaditi nel corso della tavola rotonda svoltasi ieri a Roma sul sistema tariffario dei rimorchiatori portuali: «sì all'impianto normativo attuale; no al ricorso della fiscalità per coprire i costi della sicurezza; mantenere ai livelli massimi la competitività dei porti italiani».
Dal dibattito - ha sottolineato Federimorchiatori - «è emerso un quadro assolutamente nuovo per il settore, che parte dal riconoscimento ampiamente condiviso da tutti gli intervenuti, del ruolo di garanzia per la sicurezza alle navi ed al porto svolto dai rimorchiatori, che per la prima volta ha esteso il concetto di servizio anche all'insieme delle navi che non richiedono l'intervento dei rimorchiatori quando entrano o escono da un porto ed il cui numero cresce progressivamente per lo sviluppo tecnologico dei navigli, convenendo tutti che attività svolta dalle imprese armatoriali dei rimorchiatori portuali è duplice: quella consistente nella attività di rimorchio e quella di guardia e di prontezza operativa resa a vantaggio diretto della sicurezza dei porti». «Ulteriore punto di convergenza - ha rilevato la federazione - è stato raggiunto sul livello di sicurezza assicurato dal servizio dei rimorchiatori che non deve essere solo mantenuto ma incrementato, perché uno dei fattori principali della competitività di un porto».
All'incontro, coordinato dal capo del Dipartimento per la Navigazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Silvio di Virgilio, hanno partecipato Felicio Angrisano (Comando Generale Corpo delle Capitanerie di Porto), Tommaso Affinita (presidente Assoporti), Nereo Paolo Marcucci (vice presidente Assologistica), Ignazio Messina (vice presidente Assoterminal), Giannandrea Palomba (vice presidente Federagenti), Sergio Maria Carbone (ordinario di Diritto Internazionale), Massimo Ercolani (funzionario CGIL Porti) e Stefania Visco (presidente Federimorchiatori).