È stato stilato oggi l'atto notarile che sancisce la nascita del Comitato per il Welfare dei Marittimi, istituito presso il Dipartimento per la navigazione e il trasporto marittimo ed aereo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo scorso 13 aprile (
inforMARE del
12 aprile 2006).
Il nuovo Comitato coordina le azioni dei singoli soggetti fondatori (ministero dei Trasporti, Comando Generale delle Capitanerie di porto, armatori di Confitarma e Fedarmare, agenti marittimi della Federagenti, sindacati marittimi internazionali dell'ITF, Federazione Nazionale Stella Maris, Ipsema) sui temi che pongano al centro dell'attenzione i marittimi e il riconoscimento dell'associazionismo come parte integrale delle strutture portuali. Inoltre il Comitato si occupa della sicurezza e della qualità del lavoro.
«C'è ancora tanto da fare - ha commentato il direttore nazionale dell'Apostolato del Mare, don Giacomo Martino - ma si può dire che si è fatto un passo nella direzione giusta. L'attenzione da parte delle istituzioni e la tutela dei diritti del marittimo sono destinati a crescere in termini qualitativi».
Tra le priorità in agenda vi è la ratifica della Convenzione ILO (International Labour Organization) che tratta le tematiche del lavoro e ha dedicato ai lavoratori marittimi diversi strumenti. L'Agenzia delle Nazioni Unite, infatti - ha ricordato l'Apostolato del Mare - nel 1987 ha elaborato una Convenzione (n. 163) e una Raccomandazione (n. 173) che forniscono un quadro dettagliato di quelli che sono i doveri di assistenza da parte delle comunità portuali (Stato e/o enti locali) verso i marittimi che transitano nei loro porti. «Il bisogno - ha osservato l'Apostolato - si è fatto maggiormente stringente ora in seguito alla possibilità di un'intrusione di un mezzo pirata in un porto italiano, considerata dai servizi di intelligence "medio-facile". Per questo la protezione dal mare come l'attivazione di controlli più stringenti sul traffico container sono considerati prioritari. I vari stati di allerta se applicati alla lettera come già succede, dal luglio 2004, rischiano di isolare i marittimi ancora più di prima. Non solo i marittimi extra-comunitari non potranno più scendere a terra ma tutti i volontari della Stella Maris rischiano di non poter più salire a bordo. In tal modo si arriva al paradosso per cui il diritto alla security lede altri diritti fondamentali della persona che lavora in mare, riconosciuti anche a chi sta scontando una pena, (come la visita dei familiari, la telefonata, l'ora d'aria giornaliera, la sicurezza sanitaria), minando non di poco la qualità del lavoro e la stessa dignità della persona».
Don Martino ha espresso rammarico per la mancata partecipazione al Comitato di Assoporti, l'associazione delle Autorità Portuali italiane. «Non si comprende - ha detto - la grave e reiterata assenza dell'Assoporti e mi auguro che senza ulteriori indugi colga l'opportunità e la responsabilità di fare parte del Comitato Welfare per offrire il suo indiscutibile e prezioso contributo».