L'ammiraglio Marco Brusco, comandante della Capitaneria di Porto di Genova, l'ha definita una visione «a fosche tinte», che raffigura «nubi sul porto». Secondo l'estensore - il presidente dell'Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi, Agenti Aerei - Genova, Filippo Gallo - la relazione presentata oggi all'assemblea annuale di Assagenti ha invece toni ottimistici.
La breve relazione di Gallo, che pubblichiamo nella rubrica "
Forum dello shipping e della logistica" di
inforMARE, non è probabilmente così pessimistica come ha l'ha interpretata il direttore marittimo della Liguria Marco Brusco. Quel che - a nostro avviso - suscita pessimismo (e crea sconcerto) è il tenore degli interventi che si sono susseguiti nel corso della parte pubblica dell'assemblea dell'associazione. In particolare allarma l'analisi sul porto di Genova del presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, da molti applaudita e accolta con favore (per il presidente della Camera di Commercio di Genova, Paolo Odone, è stata una «lectio magistralis»)..
Il governatore ligure ha osservato che - così com'è avvenuto negli «anni bui» del porto di Genova che precedettero la ripresa dei traffici avvenuta nella seconda metà degli anni '90 - anche oggi, per stimolare un nuovo sviluppo dei traffici attualmente stagnanti, si parla solo «di cemento, di infrastrutture». Secondo Burlando, «in realtà, quando il porto ripartì, non si fecero opere». Per Burlando, «se discutessimo meno di infrastrutture ed un po' più di politiche», «se provassimo a dare per scontato che le infrastrutture si fanno», forse le prospettive sarebbero migliori.
Secondo il presidente della Regione, le difficoltà che il porto di Genova incontra nell'utilizzo del trasporto ferroviario «non dipendono dalle infrastrutture», quanto dalla carenza di macchinisti, locomotori e carri ferroviari che Trenitalia non riesce a colmare. Così accade anche sulle banchine: «facciamo fatica a riempire gli spazi in porto», ha sostenuto Burlando.
Rimane da capire (e il quesito è angoscioso) perché - date queste premesse - si voglia ancora progettare lo sviluppo del porto e costruire nuove infrastrutture di collegamento con i mercati, in particolare si voglia realizzare l'affresco per il waterfront dell'architetto Renzo Piano e il terzo valico ferroviario Genova-Milano.
Burlando ha definito «un bel disegno» il progetto per il waterfront portuale genovese presentato due anni fa da Renzo Piano. «È evidente - ha sottolineato - che non è poco costoso quel disegno e che la finanza pubblica è in difficoltà». Eppure (e qui fatichiamo a capire) secondo Burlando «il momento del disegno è quello giusto». Concordiamo invece con il governatore quando successivamente ha ammesso l'importante contributo alla ripresa dei traffici nel porto di Genova dato dalla realizzazione del nuovo porto di Voltri e quando ha sottolineato come l'Italia sia «un Paese che non produce più». Il declino industriale italiano, iniziato più di tre decenni fa, rappresenta - non solo a nostro avviso - il principale pericolo per i porti nazionali, che rischiano di venire esclusi dalle principali rotte internazionali.
Non concordiamo affatto, invece, con Filippo Gallo quando sostiene che nelle due aree del porto cedute recentemente alla città, quelle del Porto Antico e della Fiumara, si sia sviluppato «un fiorente tessuto commerciale e turistico». Se è vero per il Porto Antico, che ha mantenuto comunque una connotazione portuale con l'insediamento del turismo nautico, non lo è invece per la Fiumara, che si è rivelata come un'operazione di carattere squisitamente immobiliare (alcuni anni fa sarebbe stata bollata come pura speculazione) e che non è stata sfruttata per risolvere i problemi del porto storico di Genova, in primo luogo quello della viabilità, ma li ha anzi decisamente aggravati.
Nel suo intervento il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giovanni Novi, ha ribattuto ai rilievi alla conduzione dello scalo mossi da Gallo nella sua relazione, primo fra tutti l'allontanamento di Costa Crociere dal porto, avvenuto - ha ricordato Novi - «perché Costa voleva un terminal gestito da soli armatori crocieristici».
Il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, punta ancora sulla formazione ed ha proposto la costituzione di un "Politecnico del Mare", una sorta di facoltà dedicata alle professioni marittime.
I successivi interventi, tra i quali quelli di Luigi Negri (Assiterminal), Piero Lazzeri (Spediporto), e in particolare del presidente di Federagenti, Umberto Masucci («dissento con Burlando sulle infrastrutture»), hanno sottolineato la necessità di agire, di andare avanti, anche con le infrastrutture. Dello stesso tenore la conclusione della relazione di Gallo: Genova, per svilupparsi - rileva il presidente di Assagenti - «ha la necessità di "crescere" sul porto, ampliandolo, ricercando la migliore efficienza e, magari, superando anche quelle barriere ambientaliste che talvolta risultano eccessive».
Bruno Bellio