Il "caso" delle riparazioni navali infiamma ancora la scena portuale genovese. Prima era per la collocazione del settore nell'ambito del progetto per il nuovo waterfront portuale disegnato dall'architetto Renzo Piano. Ora per la perdita di commesse di lavoro per il porto.
Marco Bisagno, presidente della società cantieristica genovese T.Mariotti e presidente di Assindustria Genova, aveva espresso rammarico (a mezzo stampa) per essere costretto a costruire a Monfalcone gli scafi di due navi commissionate alla sua azienda dal gruppo statunitense Carnival, leader mondiale del settore crocieristico (
inforMARE del
19 ottobre 2006). La società avrebbe voluto realizzare gli scafi a Genova, dove però non sono state reperite le aree idonee. Bisagno non aveva lesinato critiche alla gestione del porto genovese.
Il presidente dell'Autorità Portuale, Giovanni Novi, ha voluto convocare per questa mattina una conferenza stampa per chiarire la vicenda.
Novi ha parlato dei contatti intercorsi con la T.Mariotti, alle cui richieste - ha sottolineato - la port authority «ha sempre risposto positivamente». Secondo Novi, è stato fatto tutto il possibile affinché la commessa affidata alla Mariotti restasse a Genova. Nell'ordine: «l'Autorità Portuale - ha spiegato - ha proposto a Mariotti parte dell'area ex superbacino, scomodando più di un concessionario». Quindi «il 10 novembre abbiamo mandato una lettera a Mariotti in cui accettavamo tutte le richieste dell'azienda». «Dopo la lettera, il 24 novembre, sono venuti Zanetti e Bisagno per sottoporci un disegno molto interessante relativo ad un'area di 50.000 metri quadri al PDE (Prà Distripark Europa) - VTE (Voltri Terminal Europa) per la quale vi erano trattative molto avanzate». L'Autorità Portuale ha approvato anche questa ipotesi. Tuttavia - ha precisato Novi - «non ho più avuto notizie, ma ho saputo indirettamente che l'accordo con VTE era caduto. Dopo non è successo nulla».
Al di là dell'episodio degli scafi per il gruppo Carnival, la tensione tra Bisagno e Novi monta da mesi. A conferenza stampa pressoché conclusa Novi ha detto: «quello che mi provoca sdegno e che respingo è che l'Associazione Industriali venga usata come clava per conto di Mariotti». Un'accusa pesante, quella lanciata dal presidente dell'Autorità Portuale, destinata ad acuire la tensione. Stupisce anche l'invito a partecipare alla conferenza stampa rivolto da Novi a Bisagno. «Doveroso», ha sottolineato Novi. Improbabile - aggiungiamo noi - che qualcuno dell'azienda si presentasse (e così è stato).
Novi ha evidenziato l'importanza dell'attività delle riparazioni navali per il porto di Genova, ma si è lamentato del fatto che gli operatori paghino «canoni bassissimi». Ad esempio - ha rilevato - «Mariotti, per 8.397 metri quadri di capannoni di cui 1.750 metri quadri di uffici, per altri 385 metri quadri coperti e per 13.117 metri quadri scoperti, più le banchine, paga 90.000 euro all'anno, con le banchine a costo zero».
Secondo il presidente della port authority, nell'area delle riparazioni navali è possibile aumentare la produttività e quindi l'occupazione. «Come Autorità Portuale - ha detto - vogliamo agevolare il lavoro dei riparatori navali. Mi lamento che alle riparazioni navali ci siano otto navi in disarmo. Siamo contrari a questa tendenza e stiamo attrezzando il lato interno della diga foranea per portarvi queste unità». «Questo - ha puntualizzato - dà fastidio a Bisagno». «Alcuni mi attaccano - ha concluso - perché ho fatto finire alcuni privilegi. Bisogna porre termine ai privilegi e mettere tutti sullo stesso piano».
Saranno state le raffiche di vento che hanno soffiato sulla Liguria ad alimentare il fuoco della polemica in porto. Ma questo sembra un incendio difficile da domare.
Bruno Bellio