Federmar-Cisal, nel corso di un incontro che i sindacati dei marittimi hanno avuto con il ministero del Lavoro, ha ribadito il proprio giudizio positivo sulla riforma del collocamento della gente di mare ed ha sollecitato il dicastero a mettere in attuazione quanto prima il relativo regolamento.
«L'istituzione di misure quali l'anagrafe della gente di mare e la borsa nazionale del lavoro marittimo - ha rilevato oggi il sindacato - consentiranno finalmente di mettere in ordine e di gestire il mercato del lavoro marittimo, divenuto in questi ultimi anni un territorio completamente sconosciuto proprio per la mancanza di strumenti in grado di monitorarlo sia sotto il profilo della quantità che della qualità».
«Non è un caso - secondo Federmar-Cisal - che la Confitarma e gli armatori privati cerchino di ostacolare con tutte le loro forze tale riforma in quanto a loro fa estremamente comodo che il mercato del lavoro marittimo rimanga allo stato attuale, cioè una specie di Far West, per potere sostenere che in Italia non esistono marittimi disponibili ad imbarcare e quindi avere la possibilità di ricorrere all'impiego dei lavoratori extracomunitari, i quali contrattualmente costano meno».
«Tale politica della non occupazione per i marittimi italiani adottata dalle imprese armatoriali, nonostante tutti i consistenti benefici economici che hanno tratto dalle varie leggi emanate a sostegno del comparto - ha aggiunto il sindacato - ha provocato in questi anni un salasso di posti di lavoro che sono andati a favore dei lavoratori stranieri: oggi, su 28.000 posti di lavoro offerti dalla flotta nazionale nel suo insieme, ben il 60% è coperto da marittimi non comunitari in ogni grado».
«Non migliore - ha concluso Federmar-Cisal - si presenta la situazione per l'avvio dei diplomati nautici al lavoro sul mare poiché questi giovani difficilmente riescono a trovare imbarchi che permettano loro di raggiungere la navigazione necessaria per il conseguimento del titolo professionale. A tale riguardo, la Federmar-Cisal ha chiesto al ministero di fare esperire dalle Capitanerie di Porto un'indagine su quanti allievi ufficiali ed ufficiali con il patentino risultino essere imbarcati nella flotta nazionale».