- La Federmar-Cisal ha inviato una lettera al governo nella quale manifesta viva preoccupazione per la prospettiva che il C.I.R.M. (Centro Internazionale Radio Medico) debba ridurre, e - ha sottolineato il sindacato - un domani forse chiudere del tutto, la propria attività per carenza di fondi. Il sindacato ha chiesto un intervento al presidente del Consiglio affinché la questione abbia uno sbocco positivo.
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- Il consiglio di amministrazione del C.I.R.M. ha annunciato la sospensione del servizio regolare di assistenza medica a partire dal prossimo 1° luglio, limitando il servizio alle sole richieste urgenti.
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- Risulta infatti - ha spiegato Federmar-Cisal - che lo stanziamento annuo a favore della Fondazione C.I.R.M., stabilito a suo tempo con la legge 647/96 in 775.000 euro, abbia subito progressivi tagli attraverso successivi provvedimenti, anche recenti, fino ad arrivare a poco più di 500.000 euro, contributo giudicato assolutamente insufficiente per assicurare la continuità operativa.
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- Secondo la Federmar-Cisal, «è incomprensibile che per una questione di neanche 300.000 euro all'anno, ossia qualcosa colme 500 milioni delle vecchie lire, i marittimi debbano rischiare di perdere una struttura che garantisce loro un'assistenza medica anche quando sono in navigazione in mari lontani, assistenza tanto più necessaria in quanto le navi da carico non hanno il medico a bordo ed ogni caso di malattia od infortunio di una certa gravità può richiedere diagnosi e cure che possono anche non essere alla portata delle superficiali conoscenze mediche dei Comandi».
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- Il sindacato ha dichiarato «inaccettabile che il recupero di risorse da parte del governo avvenga anche sulla pelle dei marittimi, una categoria che porta nel mondo la bandiera italiana». «In quest'Italia degli sprechi ad ogni livello - ha rilevato Federmar-Cisal - se c'è l'esigenza di reperire risorse, che s'incominci con l'eliminare le Province che non servono a nulla e che gravano ben più onerosamente sullo Stato e sulla collettività».
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