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Federmar-Cisal, il Registro Internazionale non ha affatto contribuito alla tutela dell'occupazione dei marittimi italiani
Il sindacato auspica che l'attuale governo «possa attuare una politica, di fatti e non di parole, a sostegno ed al rilancio dell'occupazione nel settore marittimo»
7 luglio 2008
Federmar-Cisal, in occasione dei dieci anni dall'istituzione del Registro Internazionale italiano che la Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) celebrerà domani a Genova in apertura della “48 Ore del Mare”, sottolinea come il Registro non abbia affatto contribuito alla tutela dell'occupazione dei marittimi italiani.
Secondo il sindacato, il Registro Internazionale «è stato un provvedimento utile per il rilancio dell'armamento nazionale, avendo permesso alle aziende di questo settore di operare in condizioni di assoluta competitività in un mercato caratterizzato da un'elevata concorrenzialità, anche se alle volte soltanto apparente. Vale la pena ricordare - ha precisato Federmar-Cisal - i benefici introdotti a favore delle imprese armatoriali: un abbattimento del 50% del costo del lavoro attraverso l'azzeramento della contribuzione sociale, previdenziale ed assistenziale, a loro carico nonché per il credito di imposta, sempre a favore delle stesse, pari alla tassazione ed alle ritenute di legge operate sui salari degli equipaggi. A ciò si devono aggiungere poi gli effetti della tonnage-tax, estremamente vantaggiosi se rapportati all'imposizione gravante sugli altri settori del mondo del lavoro».
«Tuttavia - ha rilevato il segretario generale di Federmar-Cisal, Alessandro Pico - bisogna lamentare che l'enorme dispendio di risorse pubbliche dovuto all'attuazione di tali provvedimenti è andato unicamente a vantaggio dei profitti degli armatori e non alla richiamata tutela dell'occupazione, la quale, anzi, ha avuto un andamento decisamente negativo per la spinta deregulation sulla composizione degli equipaggi che ha accompagnato le norme in questione. Deregulation che ha consentito agli armatori di sostituire i marittimi italiani con lavoratori extracomunitari a basso costo salariale e che, proprio per i disastrosi effetti che ha provocato sul piano occupazionale, non ha certamente fatto onore a quei ministri dei Trasporti della sinistra, Burlando e Bersani, che ne sono stati gli artefici».
«Finora la Confitarma - ha aggiunto Pico - ha avuto tutto l'interesse a cercare di dimostrare l'esistenza di una scarsità nella vocazione del lavoro marittimo, ma nel contempo però si è sempre tenacemente opposta a qualsiasi regolamentazione del mercato del lavoro di questo comparto, assecondata in questa sua posizione, dispiace dirlo, dai sindacati confederali di categoria».
Federmar-Cisal ha concluso auspicando che l'attuale governo «possa attuare una politica, di fatti e non di parole, a sostegno ed al rilancio dell'occupazione nel settore marittimo».
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