- L'apice del boom dei trasporti marittimi mondiali è stato raggiunto all'inizio del 2008. Lo evidenzia il rapporto Review of Maritime Transport 2008 (RMT), pubblicato oggi dall'United Conference on Trade and Development (UNCTAD), nel quale viene sottolineato il notevole sviluppo dei traffici marittimi internazionali verificatosi nel 2007, anno in cui tale volume di traffico è ammontato ad oltre otto miliardi di tonnellate rispetto a 7,416 miliardi di tonnellate trasportate via mare nel 2006. Tale crescita è stata guidata dallo sviluppo delle nazioni emergenti e in transizione e la forte domanda di servizi marittimi - osserva il rapporto - ha contribuito a spingere i costi per il trasporto delle rinfuse secche verso livelli record come testimoniato dal Baltic Dry Index (BDI) nel corso del primo trimestre del 2008. Più recentemente - ha ricordato l'UNCTAD - l'indice DBI si è invece contratto di più di undici volte scendendo da 11.793 punti nel maggio 20098 a 891 all'inizio di questo mese. «Ciò dimostra - rileva l'UNCTAD - che l'evolversi della crisi finanziaria si è esteso agli scambi internazionali con implicazioni negative per i paesi in via di sviluppo, in particolare per quelli dipendenti dalle commodities».
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- «L'effetto immediato del calo dei noli sul mondo in via di sviluppo - precisa l'UNCTAD - è eterogeneo. Il costo inferiore del trasporto delle merci determina prezzi inferiori delle merci trasportate. Pertanto sia gli esportatori che gli importatori di generi alimentari e di altre commodities beneficiano dei costi inferiori del trasporto e le pressioni inflazionistiche sono mitigate. Per molte delle merci trasportate alla rinfusa i noli rappresentano un'elevata porzione del loro valore finale. Spedizioni con un minor valore in relazione al peso sono più sensibili alle variazioni dei costi di trasporto. Dato che gli scambi dei paesi in via di sviluppo sono dominati dal commercio di commodities o di prodotti di valore contenuto, come quelli siderurgici, in normali circostanze un calo dei noli marittimi rappresenta un beneficio per i loro commerci. Tuttavia una rapida caduta del BDI è accompagnata anche da un calo della domanda di servizi marittimi, con un aumento degli effetti della crisi finanziaria e sulla domanda globale di merci. Ciò avrà un impatto negativo su molte economie in via di sviluppo».
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- Il rapporto sul trasporto marittimo dell'UNCTAD indica che nel 2007 gli scambi mondiali delle merci sono cresciuti del 5,5%, quasi due punti percentuali in più rispetto alla crescita del prodotto interno lordo mondiale. Le dinamiche delle economie emergenti in via di sviluppo e in transizione hanno guidato l'aumento degli scambi internazionali via mare, che lo scorso anno sono aumentati del 4,8%. Parallelamente all'espansione delle economie e dei commerci, la domanda di servizi di trasporto marittimo ha raggiunto quota 32.932 miliardi di tonnellate-miglia, con un incremento del 4,7% sul 2006. Il traffico dei container nei porti mondiali è cresciuto dell'11,7% raggiungendo 485 milioni di teu.
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- All'inizio del 2008 la flotta mercantile mondiale è cresciuta del 7,2% rispetto all'anno precedente totalizzando una capacità record di 1,12 miliardi di tonnellate di portata lorda. Nel 2008 è stato raggiunto anche il record relativo alla consistenza del portafoglio di ordini per la costruzione di nuove navi, che comprende 10.053 navi per una capacità di 495 milioni di tpl (incluse 222 milioni di tpl di rinfusiere). Tale orderbook è equivalente al 28% della flotta attualmente in esercizio per numero di navi di stazza lorda superiore a mille tonnellate, mentre in termini di tonnellaggio è equivalente al 44% della flotta in esercizio. Il rapporto rileva che, tuttavia, già a metà 2008 era evidente il fenomeno della cancellazione di nuove navi in ordinativo, fatto che potrebbe avere un forte impatto sull'industria della costruzione navale di paesi come Cina, Corea del Sud e Vietnam.
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- Gli operatori marittimi che devono far fronte a notevoli perdite - conclude il rapporto - possono decidere di demolire il tonnellaggio più vecchio. Ciò ha potenziali implicazioni sul prezzo dell'acciaio così come sui posti di lavoro nelle principali nazioni dove si demoliscono navi, come il Bangladesh e il Pakistan. Inoltre, se da un lato la demolizione di vecchie navi può avere un impatto positivo sull'ambiente, l'intensificazione dell'attività di demolizione delle navi pone sfide circa la sicurezza, la salute e le condizioni ambientali in queste regioni in via di sviluppo.
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- Infine il rapporto evidenzia come anche gli operatori terminalistici internazionali abbiano annunciato la sospensione di alcuni dei principali progetti di espansione portuale a causa del previsto calo della domanda di servizi di trasporto marittimo.
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