- Oggi l'Ipsema (Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo) ha presentato il rapporto sugli infortuni ai marittimi accaduti nel 2007. Il dato che è emerso dalla consueta analisi annuale - sottolinea l'ente - presenta una leggera contrazione degli infortuni rispetto al 2006. Il documento evidenzia anche come la maggiore incidenza di infortuni rispetto ai posti di lavoro assicurati si verifichi nella categoria navi passeggeri e come gli infortuni accadano durante la navigazione, e ciò soprattutto nel settore della pesca.
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- In particolare, l'incidenza media degli infortuni sui posti di lavoro assicurati nel 2007 è pari al 3,4% contro il 3,2% del 2006. In oltre la metà dei casi gli infortuni hanno interessato la categoria di naviglio passeggeri, con il 52,4%, categoria nella quale si conta peraltro il maggior numero di posti di lavoro assicurati (circa 11mila), a seguire il carico, 19,4%, e la pesca con il 14,9%. Insieme queste tre categorie di naviglio coprono circa l'87% degli infortuni esaminati.
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- Rispetto al 2006 il rapporto registra conferme come il tasso riferito alla categoria passeggeri che risulta sensibilmente superiore alla media e quello della pesca che è invece molto contenuto sebbene il settore sia considerato particolarmente rischioso.
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- Gli eventi hanno colpito prevalentemente marittimi di sesso maschile; le donne tra i lavoratori marittimi - precisa l'Ipsema - sono del resto una netta minoranza: le marittime costituiscono il 2,6% del totale e per l'84% al momento dell'infortunio prestavano servizio a bordo di navi passeggeri. L'età media dei marittimi italiani è collocata tra i 46 e 50 anni mentre l'età media degli infortunati è intorno ai 40 anni.
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- Le qualifiche professionali più rappresentate sono il marinaio (19%), il piccolo (14%) e il mozzo (11%) che insieme costituiscono il 44% dei casi registrati dall'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo.
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- Per il 93% dei casi i marittimi infortunati nel 2007 risultano di nazionalità italiana. Il peso degli altri Paesi, comunitari e non, costituisce soltanto l'1,2%, ma si segnala la presenza di una quota di infortuni pari al 2,5% per la quale l'informazione sulla nazionalità del marittimo manca.
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- Gli infortuni per la maggior parte - circa il 60% (l'83,2% nella pesca) - si sono verificati in mare aperto, mentre il 33,5% a bordo delle imbarcazioni. I mesi nei quali si è riscontrato il maggior numero di infortuni sono quelli estivi (luglio, agosto e settembre). Va tenuto presente - spiega l'istituto - che la maggior parte degli infortuni si rileva nel settore passeggeri e che l'attività in questa categoria si intensifica proprio nel periodo estivo.
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- In quasi la metà degli eventi il marittimo si è infortunato in seguito ad una caduta verificatasi per una scivolata (32%) o per una caduta dall'alto (16%). La caduta dovuta a scivolata è la maggiore responsabile per l'attività di pesca dove si rileva che il 42% degli infortuni si è verificato proprio con questa modalità, contro una media del 32%.
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- Inoltre è forte nella pesca la prevalenza di infortuni accaduti durante il maneggio di reti e di altri arnesi da pesca o nel corso della raccolta e manipolazione del pescato. Gli infortuni hanno interessato prevalentemente gli arti inferiori (25%), le mani e le dita (17%) e gli arti superiori (13%).
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