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Il governo cancella 70 milioni di euro di fondi per il porto di Genova
«Decisione molto grave», commenta il governatore regionale ligure che chiede la riconferma dello stanziamento
16 marzo 2009
Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha criticato duramente la cancellazione di 70 milioni di euro già stanziati per il porto di Genova comunicata dal governo nella risposta, che pubblichiamo di seguito, ad un'interrogazione presentata dal parlamentare Mario Tullo (Pd).
«Ci faremo sentire con forza - ha commentato Burland - siamo di fronte a una decisione del governo molto grave, ne va del futuro del porto di Sampierdarena che ha bisogno di spazi e infrastrutture, a cominciare dalla nuova sopraelevata portuale essenziale per lo smistamento del traffico pesante, dall'adeguamento di quella attuale e per la realizzazione dell'autoparco,un' opera attesa da anni dal mondo dell'autotrasporto». «Quei fondi - ha ricordato il presidente dell'ente regionale - fanno parte integrante dell'Accordo di Programma delle Acciaierie di Cornigliano sottoscritto da Regione Liguria, Autorità Portuale, Provincia e Comune di Genova e governo, tra pochi mesi l'area di 140 mila metri quadrati sarà totalmente bonificata e la città e il porto dovranno essere messi in condizione di attrezzarla e utilizzarla come previsto. Lo stanziamento dovrà essere riconfermato».
Testo della risposta del governo all'interrogazione n. 5-00962 (Mancata corresponsione del finanziamento statale all'Autorità Portuale di Genova)
L'atto modificativo dell'Accordo di programma per Genova-Cornegliano prevedeva, tra l'altro, l'obbligo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di assicurare risorse per complessivi 70 milioni di euro per la realizzazione di una serie di progetti infrastrutturali dell'Autorità portuale di Genova, a valere sulle risorse da reperire «nel quadro dei pertinenti programmi triennali» delle Opere Marittime (articolo 14 della legge n. 109 del 1994 e successive modificazioni).
Detti programmi triennali del Ministero sono stati sempre finanziati mediante appositi stanziamenti assegnati, sui pertinenti capitoli di spesa (da ultimo, Cap. 7840) per l'insieme delle opere marittime da appaltarsi da parte delle varie Autorità portuali.
Le norme disposte dalle leggi finanziarie per gli anni 2007 e 2008, nell'introdurre l'autonomia finanziaria delle Autorità portuali, hanno ricevuto l'avallo del Ministero dell'economia e delle finanze a condizione che il minor introito per l'erario delle tasse marittime devolute alle autorità portuali e la creazione dell'apposito fondo perequativo fossero «compensati» dalla soppressione totale delle risorse di cui al citato capitolo a decorrere dal 1o gennaio 2007.
Anche la legge finanziaria 2009 non prevede nuove risorse da destinare allo scopo, anche nella considerazione che le nuove procedure di finanziamento innovativo comportano per le Autorità portuali la completa autonomia per la realizzazione delle loro infrastrutture.
Inoltre, si fa presente che le recenti manovre di finanza pubblica, in particolare il decreto-legge n. 93/2008, convertito nella legge n. 126/2008 e il decreto-legge 112/2008, convertito nella legge 133/2008, hanno determinato tagli di risorse finanziarie per il comparto portuale per le note esigenze di contenimento della spesa ed al fine di rispettare i vincoli finanziari ed economici stabiliti a livello comunitario.
Il Legislatore è, quindi, intervenuto sulla materia provvedendo alla cancellazione di tutti gli stanziamenti a favore delle Autorità Portuali, ivi compresi quelli sui quali si sarebbe dovuto provvedere a dar corso agli impegni assunti dal Ministero nell'ambito dell'Accordo modificativo in parola.
Poiché gli impegni assunti a tale proposito riguardavano, come si è detto, il capitolo di bilancio relativo al programma ordinario delle opere marittime e sono stati assunti sulla base della disciplina vigente al momento della sottoscrizione dell'Accordo stesso, ne consegue che l'intervenuta modifica legislativa ha reso non più operativa la parte dell'Accordo attinente l'erogazione dei fondi in argomento, ossia l'articolo 10 comma 1, non potendo più, evidentemente, l'Amministrazione delle infrastrutture e trasporti far fronte all'impegno per sopravvenuta totale indisponibilità delle relative risorse, prefigurando una prevedibile caducazione della relativa clausola dell'Accordo a seguito dell'intervenuta modifica legislativa.
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