- L'Ancanap (Associazione Nazionale Cantieri Navali Privati), a conclusione della propria prima assemblea del 2009, ha chiesto al governo «il pagamento immediato delle centinaia di milioni di euro di contributi dovuti al settore dello shipping a partire dall'anno 2001 per le leggi di settore 88/2001 e regolamento CE 177/02, oltre ad interventi che tutelino il settore dalla crisi». Cruciali - secondo gli imprenditori aderenti all'associazione confindustriale - sono soprattutto misure a favore e a sostegno del credito.
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- L'assemblea di Ancanap, i cui lavori sono stati coordinati dal presidente dell'associazione Stefano Silvestroni, ha sottolineato come, nonostante la difficilissima congiuntura economica, le imprese del settore non intendano rinunciare ad investire in ricerca e sviluppo: «in piena bufera sui mercati finanziari - ha evidenziato Ancanap - si tratta di un segnale positivo, che merita di essere sostenuto dal governo italiano e dalle istituzioni europee».
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- In particolare Ancanap, congiuntamente ad Assonave (Associazione Nazionale dell'Industria Navalmeccanica), ha chiesto «il ripristino dell'accesso al credito, a condizioni sostenibili, per gli armatori che presentino progetti credibili; un sistema di garanzie per i crediti delle banche che finanziano nuove costruzioni e/o nuovi progetti di trasformazione; interventi temporanei a sostegno della produzione come, ad esempio, crediti ai cantieri per l'acquisto e il pagamento di fornitori e sgravi sociali (inclusi quelli per l'armamento nazionale esistenti fino al 2008)».
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- Il direttore di Ancanap, Giancarlo Casani, ricordando che il settore cantieristico si lascia alle spalle un lungo periodo caratterizzato da un continuo aumento della domanda di nuove costruzioni, ha evidenziato come tale fenomeno non abbia però prodotto un miglioramento dei risultati economici delle aziende. «Su di un simile pregresso - ha osservato - si è innestata la crisi finanziaria che ha colpito l'economia globale. In Europa, in Germania ad esempio, i governi centrali stanno andando in soccorso all'industria navalmeccanica. Medesime misure si riscontrano in altri Paesi extraeuropei. Le richieste di Ancanap si collocano, dunque, in un solco già segnato dai governi di tutto il mondo, anche per altri settori (come il comparto auto)».
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