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Maersk Italia accetta di sospendere la procedura di mobilità per la sede di Genova e di ricorrere alla cassa integrazione in deroga
Il presidente della Regione, Burlando, ha sollecitato «un atteggiamento diverso, a tutela del lavoro, da parte dell'azienda, soprattutto in considerazione della prossima realizzazione della piattaforma a Vado Ligure, tenendo conto dei cospicui finanziamenti che Maersk riceverà dal territorio»
7 aprile 2009
Stamani nella sede della Regione Liguria si è svolto un incontro per affrontare il problema degli esuberi alla sede genovese della Maersk Italia, l'agenzia marittima del gruppo armatoriale danese A.P. Møller-Mærsk. A conclusione della riunione, alla quale hanno partecipato l'assessore regionale al Lavoro, Enrico Vesco, i rappresentanti di Maersk e delle organizzazioni sindacali e il sindaco di Vado Ligure, Carlo Giacobbe, il presidente dell'ente regionale, Claudio Burlando, ha manifestato soddisfazione per «la sospensione della procedura di mobilità per tutti i lavoratori Maersk di Genova come richiesto - ha sottolineato - sia dalla Regione che dalle organizzazioni sindacali e l'accettazione da parte dell'azienda della procedura della cassa integrazione in deroga». Tale fatto positivo - ha precisato Burlando - «deve servire a tenere ancorati i lavoratori alla Maersk in attesa di portare avanti la trattativa a livello sindacale».
L'incontro - ha ricordato l'ente regionale - doveva servire a ottenere il blocco delle procedure di mobilità che l'azienda aveva avviato per i dipendenti dell'ufficio di Corte Lambruschini per un totale di 34 addetti a cui si sono aggiunti ulteriori 31 lavoratori per un totale di 65 che allo stato attuale risulterebbe a rischio, oltre ai 30 che già se ne sono andati, in parte ricollocati e in parte destinati agli uffici spagnoli di Algeciras, su un totale di 243 operanti a Genova.
«L'incontro di oggi - ha spiegato Burlando - è dovuto anche all'ordine del giorno del consiglio regionale approvato la scorsa seduta in cui si è chiesto di trovare una soluzione per non allontanare definitivamente dal lavoro persone che avrebbero poi difficoltà a rientrare».
Il presidente della Regione ha proposto «l'individuazione di un percorso differente rispetto a quello della mobilità, come la cassa integrazione in deroga in cui si utilizzano anche risorse pubbliche». Burlando ha inoltre auspicato «un atteggiamento diverso, a tutela del lavoro, da parte dell'azienda, soprattutto in considerazione della prossima realizzazione della piattaforma a Vado Ligure, tenendo conto dei cospicui finanziamenti che Maersk riceverà dal territorio».
Inoltre Burlando ha giudicato negativamente il passaggio voluto da Maersk di alcuni lavoratori della sede genovese dai Magazzini del Cotone a Corte Lambruschini poco prima che, per gli addetti di quell'ufficio, venissero avviate le procedure di mobilità. A questo si deve aggiungere la vicenda dei lavoratori a tempo determinato che sembra non saranno più riconfermati alla scadenza del contratto, i quali, secondo le organizzazioni sindacali e la Regione, devono rientrare nella discussione complessiva.
L'ente regionale ha reso noto che i rappresentanti dell'azienda presenti all'incontro hanno ribadito che la situazione di crisi che si è venuta a creare è dovuta alle difficoltà nel mercato dei trasporti containerizzati, che ha preso il via dalla seconda metà del 2008 e che ha portato la casa madre danese a chiedere la chiusura degli uffici di Corte Lambruschini e la messa in mobilità dei lavoratori.
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