- Positivo il commento del ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, al termine dell'incontro sulla privatizzazione della Tirrenia avvenuto ieri con i rappresentanti delle Regioni interessate e con i sindacati di categoria. Matteoli ha spiegato che, durante il tavolo tecnico tra governo e Regioni, «sono stati registrati passi in avanti nella ricerca di soluzioni condivise. Pertanto - ha aggiunto - il confronto continuerà nei prossimi giorni nel fondato tentativo di evitare ricadute occupazionali negative anche dal 2010». «Intanto - ha precisato il ministro - il tavolo governo-Regioni ha concordato di mantenere intatti i collegamenti marittimi per l'intero 2009. Dopo la conclusione del confronto, gli esiti del tavolo tecnico tra governo e Regioni saranno nuovamente discussi con i sindacati di categoria».
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- Positivo anche il commento dei rappresentanti degli enti regionali e dei sindacati. Tra i delusi c'è invece l'assessore ai Trasporti della Regione Sicilia, Giambattista Bufardeci, secondo il quale «il governo nazionale si dovrebbe vergognare per una proposta che riteniamo intollerabile e inaccettabile». La critica dell'assessore è incentrata sulla mancanza di risorse per circa 46 milioni di euro per coprire i servizi della Tirrenia e sull'ipotesi di cedere alle Regioni interessate le società controllate da Tirrenia che operano i collegamenti regionali. «Per mesi - ha sottolineato Bufardeci - abbiamo ricevuto rassicurazioni, per poi scoprire che l'amministrazione centrale non ha quei fondi e li chiede alle Regioni. Alla Sicilia hanno chiesto 14 milioni di euro. Ma noi diciamo no e non intendiamo cedere a questa proposta scellerata, per il semplice e incontestabile fatto che siamo la Regione che più spende per i trasporti marittimi regionali. A differenza di quanto fa lo Stato, abbiamo coperto le unità di rete che oggi costano oltre 81 milioni di euro. E le caratteristiche delle nostre isole minori, sia per numero sia per distanza dalla terraferma, non sono paragonabili a nessun'altra realtà territoriale. È ingiusto che non si tenga conto di questo». «Oltre al danno - ha proseguito - c'è la beffa prossima ventura perché è ormai chiaro che i costi del 2010 verranno coperti ancora con i fondi FAS (Fondi Aree Sottoutilizzate, ndr) e con la richiesta di fondi alle Regioni. Serviranno 220 milioni: 174 arriveranno dai FAS, i soliti 46 verranno chiesti alle Regioni».
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- In merito all'ipotizzata cessione all'ente regionale siciliano della Siremar, la società della Tirrenia che opera i servizi con la Sicilia, Bufardeci ha ricordato che da anni chiede «di vedere i conti, le carte, i dati sul personale e sulla flotta: non è serio - ha spiegato - chiedere a un amministratore responsabile di acquisire a scatola chiusa una cosa di cui non si sa niente e che promette soltanto di rivelarsi una voragine senza fondi, con battelli vetusti e costi insostenibili per qualsiasi buon padre di famiglia».
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- Tra gli altri amministratori regionali, positive sono invece le dichiarazioni degli esponenti delle regioni Toscana e Campania. «Nel 2009 - ha rilevato l'assessore ai Trasporti della Regione Toscana, Riccardo Conti - non ci saranno tagli né per il personale né per i servizi di Toremar», la società della Tirrenia che opera in Toscana. «Un risultato - ha evidenziato - reso possibile grazie al contributo delle Regioni. La Toscana aveva manifestato negli ultimi mesi il suo impegno anche finanziario per salvaguardare sia i lavoratori della Toremar che i collegamenti con le isole dell'arcipelago». Secondo l'assessore, inoltre, nella riunione di ieri si è avuto «un vero e proprio colpo di scena»: «la linea che il governo aveva sostenuto in questi ultimi mesi, e cioè la strada di una gara unica per l'affidamento dei servizi come scelta obbligata a causa delle prescrizioni dell'Unione Europea - ha spiegato Conti - si è di fatto rivelata una bufala. Il risultato positivo - ha aggiunto - è che alla luce di questo nuovo scenario sarà adesso possibile perseguire la strada delle gare attraverso le quali attribuire i servizi dei traghetti anche su scala regionale come da tempo chiedeva la Regione Toscana. L'intenzione della Regione Toscana è di procedere di concerto con Campania e Lazio a una ricognizione delle aziende collegate, ad una attenta analisi dei bilanci per acquisire tutti gli elementi necessari per indire una gara che contenga la clausola sociale ed eventualmente l'opzione della gestione di aziende con l'assicurazione della copertura delle necessarie risorse».
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- Soddisfatto anche Ennio Cascetta, assessore ai Trasporti della Regione Campania: «il governo - ha rilevato - finalmente ha accolto la nostra richiesta di trasferimento del ramo campano della Caremar alla Regione e di non procedere così alla vendita in blocco della Tirrenia, che invece ci avrebbe esclusi dalla possibilità di intervenire per garantire un futuro positivo ai lavoratori e ai servizi di collegamento con le isole del golfo di Napoli. Una scelta in linea con la direttiva del Consiglio regionale per la costituzione della società marittima regionale. Ora effettueremo una due diligence prima di accettare il trasferimento, per verificare le esatte condizioni economiche dell'azienda. Il tavolo proseguirà poi per verificare insieme, governo e Regione, la possibilità di mettere a gara l'individuazione di un socio privato che sia in grado di gestire i collegamenti, e questo sia per acquisire il know-how necessario, sia per rispettare la liberalizzazione dei servizi imposta dall'Unione Europea, così come la continuità del trasferimento delle risorse statali necessarie alla gestione dei servizi, da adeguarsi annualmente, e l'estensione degli ammortizzatori previsti per la Tirrenia. Regioni e governo lavoreranno insieme anche per garantire l'intero programma delle corse senza tagli».
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- Secondo il segretario nazionale dell'UGL Trasporti, Roberto Panella, ieri è stato conseguito «un ottimo risultato che va nella giusta direzione». «Si tratta - ha sottolineato - di un ottimo risultato che va nella direzione da noi sempre indicata a vantaggio dei lavoratori Tirrenia e della mobilità». «L'elemento di assoluta novità - ha proseguito - è che la privatizzazione avverrà assegnando alle Regioni le società regionali Tirrenia e per tutto il 2009 nessuna rotta sarà tagliata. I livelli occupazionali dunque saranno garantiti e il tavolo seguirà di pari passo il processo di privatizzazione fino alla fine e servirà a definire sia il piano industriale sia i parametri del bando di gara. Le soluzioni che stanno emergendo dal tavolo permanente stanno portando sostanziali miglioramenti ad un processo di privatizzazione che altrimenti sarebbe stato doloroso non solo per i lavoratori, privilegiando, come era necessario, il dialogo e la condivisione delle decisioni e delle responsabilità».
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- Positivo anche il giudizio sull'esito del tavolo tecnico di Federmar-Cisal, secondo cui «finalmente, dopo tante incertezze, si incomincia ad intravvedere un percorso ed alcuni punti fermi che dovrebbero consentire al sindacato di seguire l'iter di tale operazione tutelando gli interessi dei lavoratori e l'occupazione. «Inoltre - ha detto il segretario generale di Federmar-Cisal, Alessandro Pico - è indubbiamente apprezzabile l'impegno a reperire i milioni mancanti, in aggiunta a quanto già stanziato a titolo di sovvenzione per il gruppo dalla Finanziaria per l'anno in corso, allo scopo di garantire a tutto il 2009 l'effettuazione dei servizi senza apportare alcun taglio alle linee».
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- Tuttavia Federmar-Cisal ha manifestato nuovamente preoccupazione per quanto riguarda il futuro del gruppo Tirrenia e delle singole società, in quanto - ha ricordato Pico «proprio per l'impostazione richiamata dal commissario ai Trasporti dell'Unione Europea, Tajani, dopo il 2009 il coinvolgimento delle Regioni a sostegno economico dei servizi espletati dalla rispettive società a carattere regionale, implicherebbe l'indizione di gare a livello europeo con il risultato che magari altri armatori potrebbero subentrare a Caremar, Saremar, Siremar e Toremar. Da rilevare, ed è sempre l'Unione Europea a dettare le disposizioni, che non ci sarebbe alcun obbligo da parte dell'armatore subentrante né ad acquisire le navi della società che precedentemente ha svolto i servizi né tantomeno i suoi equipaggi». «In tal caso - ha aggiunto - è evidente che si aprirebbe un problema veramente grave per l'occupazione con il rischio di creare centinaia e centinaia di disoccupati tra il marittimi - in primo luogo tra i precari che sono tanti - e tra gli amministrativi. Pertanto, secondo Federmar-Cisal, la vendita in blocco dell'intero gruppo Tirrenia continua a rimanere «la migliore soluzione per la difesa dei posti di lavoro».
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