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Ipsema, per i marittimi è tuttora difficile ottenere il riconoscimento dell'esposizione all'amianto
«Se il quadro normativo dovesse rimanere invariato - ha sottolineato Guerisoli - l'istituto si troverebbe in forte difficoltà per l'incremento esponenziale del contenzioso»
18 settembre 2009
Non sono ancora finite per i marittimi le difficoltà per ottenere il riconoscimento dell'esposizione all'amianto nonostante l'emanazione nello scorso luglio di una direttiva del ministero del Lavoro che avrebbe dovuto chiarire la questione alla base dell'accertamento (inforMARE del 29 luglio 2009). Lo ha sottolineato oggi il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell'Ipsema (Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo) che, attraverso un ordine del giorno, ha dato mandato al suo presidente, Giovanni Guerisoli, di avviare un'iniziativa nei confronti del ministero affinché vengano inviate alle strutture territoriali delle Direzioni Provinciali del Lavoro le istruzioni operative per procedere alla validazione dell'estratto matricolare o del libretto di navigazione legittimato come curriculum lavorativo ai fini dell'istruttoria delle domande di riconoscimento dei benefici previdenziali per l'esposizione alle fibre di amianto.
«Il problema non chiarito dal ministero del Lavoro - ha spiegato il presidente del CIV Guerisoli - è sempre quello relativo al rischio di non poter riuscire a ricostruire la vita lavorativa dei marittimi a causa della difficoltà insita nell'attività: luogo e rapporto di lavoro diversi negli anni, residenza diversa dal compartimento marittimo in cui è iscritta la società armatoriale, demolizione della nave, cambio bandiera ecc. Si prefigura un paradosso se non si interviene per chiarire il ruolo attribuito alle Direzioni Provinciali del Lavoro, comprese le Regioni a statuto speciale, che in qualche caso, vedi la Sicilia, si rifiutano di collaborare, si può dare il caso che il riconoscimento possa essere più facilmente ottenibile per marittimi che abbiano svolto la loro attività presso un'impresa smessa che per coloro che hanno lavorato a bordo di imprese tuttora attive, sempre che il marittimo non abbia lavorato per alcuni periodi su navi battenti bandiere straniere».
«Ad oggi - ha proseguito Giovanni Guerisoli - sono circa 30.000 le domande censite dall'istituto. L'ente ha ormai ultimato gli studi sull'esposizione all'amianto nel settore marittimo, sulla cui base sono in corso di elaborazione le linee guida per l'accertamento tecnico e risulta quindi necessario completare l'istruttoria delle domande di riconoscimento dei benefici previdenziali presentate. La nostra maggiore preoccupazione è che le difficoltà interpretative poste dalla normativa vigente attraverso la via burocratica, di per sé maggiormente tortuosa, non comporti effetti dilatori rispetto alle esigenze di conclusione dell'iter dei procedimenti in corso. Difficoltà interpretative che impediscono di fatto di poter dare una risposta concreta alle attese dell'utenza marittima. Se il quadro normativo dovesse rimanere invariato, l'istituto si troverebbe in forte difficoltà per l'incremento esponenziale del contenzioso, e sarebbe costretto a declinare qualsiasi responsabilità, nonostante le aspettative dei marittimi che quotidianamente reclamano il rilascio della certificazione».
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