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Il CIV dell'Ipsema ipotizza l'estensione della copertura assicurativa contro gli infortuni agli atti di pirateria
Si tratta - ha rilevato Guerisoli - di atti criminali che difficilmente possono essere assimilabili a quelli di guerra
12 novembre 2009
Il CIV, Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'Ipsema (Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo) ha invitato, attraverso un atto di indirizzo rivolto agli organi di gestione dell'ente, a valutare gli effetti amministrativi ed economici derivanti dalla estensione della copertura assicurativa ordinaria contro gli infortuni, ricomprendendo in essa anche gli atti di pirateria.
«La decisione - ha spiegato il presidente del CIV, Giovanni Guerisoli - nasce dalla preoccupazione per gli equipaggi di navi italiane sottoposti con abitualità ad atti di pirateria che potrebbero non costituire eventi dal carattere soltanto sporadico ed eccezionale. La pirateria oggi costituisce un rischio sempre più frequente per gli equipaggi e in quanto tale dovrebbe essere valutata la possibilità di far rientrare il rischio nell'assicurazione obbligatoria». «I rischi derivanti da eventuali attacchi di pirateria - ha aggiunto - sono dei veri e propri atti criminali e difficilmente possono essere assimilabili a quelli di guerra».
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