- Oggi, in occasione dell'avvio delle audizioni presso il Parlamento europeo dei commissari designati a formare la nuova Commissione Europea e in particolare dell'audizione del commissario designato ai Trasporti, Siim Kallas (inforMARE del 27 novembre 2009), l'European Sea Ports Organisation (ESPO) ha inviato una lettera aperta ai membri della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento UE incentrata sulla questione delle linee guida per gli aiuti di Stato ai porti.
-
- Nella lettera il presidente e il segretario generale dell'associazione dei porti europei, Victor Schoenmakers e Patrick Verhoeven, evidenziano come sia «un segreto di pubblico dominio il fatto che l'interpretazione dell'applicazione delle norme sugli aiuti di Stato ai porti differisca nell'ambito della Commissione. Questa - osservano - è stata la ragione del continuo ritardo nella produzione delle linee guida, che sono state annunciate inizialmente per il 2008. In effetti diversi tentativi di produrre tali linee guida sono stati compiuti già all'inizio del 1990, ma per una serie di ragioni non sono stati portati a termine».
-
- «ESPO - sottolineano Schoenmakers e Verhoeven - si rammarica di tale evoluzione, tanto più che l'attuale situazione economica rafforza la richiesta di un sostegno finanziario pubblico al settore portuale. Pertanto è necessario un quadro giuridico inequivocabile che offra certezza sia agli investitori pubblici che a quelli privati».
-
- «In concreto - prosegue la lettera - ESPO auspica un approccio pragmatico che continui a garantire agli Stati membri il diritto di finanziare la costruzione di infrastrutture portuali quale misura generale di politica economica che non dovrebbe solitamente essere considerata ricadente sotto le norme del Trattato sugli aiuti di Stato. Tuttavia tale principio non dovrebbe essere applicato a qualsivoglia tipologia di possibile aiuto derivante dal trattamento preferenziale di alcune società per l'utilizzo di queste infrastrutture».
-
- Nella missiva ESPO ha illustrato quelli che, secondo l'associazione, dovrebbero essere i principi fondamentali delle linee guida comunitarie sugli aiuti di Stato per i porti. Innanzitutto «le linee guida sugli aiuti di Stato dovrebbero coprire solo l'area portuale in quanto tale, vale a dire l'area di cui l'autorità portuale ha la piena responsabilità, e dovrebbero essere riferite alle sole attività economiche». Inoltre, «all'interno dell'area portuale dovrebbe essere fatta un'ulteriore distinzione tra le infrastrutture di accesso e di difesa, le infrastrutture connesse a progetti e le sovrastrutture».
-
- In particolare, secondo ESPO, «i finanziamenti pubblici per la dotazione e la gestione (inclusa la manutenzione), delle infrastrutture di accesso e di difesa non costituiscono aiuti di Stato e non devono essere notificati alla Commissione, a meno che da tali opere non tragga beneficio un singolo utente od operatore», mentre «in linea di principio i finanziamenti pubblici per la dotazione e la gestione (compresa la manutenzione), di infrastrutture e sovrastrutture connesse a progetti dovrebbero costituire aiuti di Stato e dovrebbero essere notificati alla Commissione». «Tuttavia - ritiene ESPO - se il principio di un'economia di mercato è raggiunto in base a condizioni specifiche, i finanziamenti pubblici per la dotazione di infrastrutture connesse a progetti non costituiscono aiuti di Stato e quindi non dovrebbero essere notificati». Inoltre «i finanziamenti pubblici per l'esercizio (inclusa la manutenzione) di infrastrutture connesse a progetti e la dotazione e gestione di sovrastrutture, quando sono notificati alla Commissione, possono essere dichiarati compatibili con l'art. 86(2) del Trattato».
-
- ESPO propone pure che «le linee guida sugli aiuti di Stato vengano applicate solamente ai futuri programmi di finanziamento e, in linea di principio, a tutti i porti. Non ci dovrebbe essere alcuna distinzione tra le diverse categorie di porti, con l'eccezione dei porti veramente periferici che non sono impegnati in una concorrenza sul piano internazionale con altri porti». Infine, secondo l'associazione, «le linee guida sugli aiuti di Stato non possono funzionare senza il principio che le autorità portuali dovrebbero avere autonomia finanziaria».
-
- ESPO evidenzia che «l'adozione di un'interpretazione più dogmatica per cui qualsiasi forma di finanziamento pubblico verrebbe a priori considerata quale aiuto di Stato non solo metterebbe in pericolo il futuro sviluppo dei porti e la loro integrazione nelle catene logistiche, ma potrebbe generare anche una spaventosa burocrazia in termini di procedure di notifica che ritarderebbe ulteriormente le già ponderose procedure di pianificazione dei porti senza un reale valore aggiunto. Inoltre questo approccio dovrebbe essere di conseguenza applicato in tutta la catena di trasporto al fine di assicurare un level playing field».
-
- «Confidiamo - concludono Schoenmakers e Verhoeven nella lettera agli europarlamentari - che questa non sia la direzione in cui la nuova Commissione vorrà andare. Vi saremmo pertanto grati se voleste sollevare la questione nel corso delle pertinenti audizioni di questa settimana».
|