- Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, si è rivolto nuovamente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, perché sia risolta la questione dell'esclusione dei lavoratori marittimi dalle pensioni per l'amianto. «Si tratta - ha scritto Burlando a Letta - della categoria più colpita poiché per decine di anni i marittimi sono stati esposti 24 ore al giorno in ambienti con forte presenza di amianto, ma è anche quella che ha avuto il minore riconoscimento».
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- Burlando ha ricordato che per lungo tempo le norme pensate per la tutela dei lavoratori esposti all'amianto sono state riferite a quanti avevano come ente assicurativo l'Inail, mentre i marittimi facendo capo all'Ipsema non sono stati presi in considerazione, e che negli ultimi anni la legislazione ha sì incluso i marittimi, ma senza che si potesse giungere all'applicazione concreta dei benefici conseguenti. Tutto ciò - ha rilevato - non senza paradossi assai poco comprensibili: per esempio sono stati riconosciuti benefici a figure delle professionalità portuali che saltuariamente svolgevano ispezioni a bordo delle navi, mentre nulla di simile è stato ottenuto per quanti passavano l'intera giornata sulle imbarcazioni.
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- «Sto seguendo da tempo la vicenda - ha proseguito Burlando - e ho già scritto una lettera al ministro Sacconi la cui risposta pensavo avesse risolto il problema. Purtroppo devo constatare che non è stato così, ad oggi rimane la rigidità dell'applicazione del decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 16179 del 27 ottobre 2004 che malgrado ricomprenda anche i marittimi fra le categorie a rischio di esposizione, prevede, nell'ambito della certificazione del rischio, la produzione, da parte del richiedente, del curriculum lavorativo. Una richiesta logica per i lavoratori delle fabbriche - ha osservato - ma non per quelli del mare, che a causa dell'atipicità del lavoro a natura precaria e considerato l'alto numero di datori di lavoro avuti in carriera e l'altrettanto elevato numero di navi battenti bandiere estere, è un documento pressoché improducibile».
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