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L'Autorità Portuale di Trieste ha chiuso il 2009 con un avanzo di gestione corrente di 12,5 milioni di euro (+110%)
In tre anni il patrimonio netto dell'ente è salito da 663mila a 23,310 milioni di euro
3 maggio 2010
La scorsa settimana il Comitato Portuale di Trieste ha approvato il bilancio 2009 dell'Autorità Portuale che si chiude con un avanzo di amministrazione pari a 12,509 milioni di euro e un avanzo di gestione corrente di 12,466 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto al 2008 (+110%). Più accentuato l'aumento dell'utile netto, che è pari a 9,563 milioni di euro (+129%), in presenza - ha precisato l'ente portuale - di un saldo delle poste di natura straordinaria prossimo a zero, ma negativo. Nel triennio 2007-2009 il patrimonio netto della Port Authority è salito dai 663mila euro del 2006 ai 23,310 milioni di euro del 2009.
Il presidente dell'ente portuale di Trieste, Claudio Boniciolli, ha sottolineato come tali risultati siano «l'espressione di una strategia ben precisa, che l'Autorità Portuale è riuscita a perseguire nonostante una congiuntura economica globale particolarmente sfavorevole. Le riforme strutturali che abbiamo fortemente voluto - ha rilevato - hanno prodotto i loro frutti e, aspetto ancor più importante, sono destinate a produrne in misura ancor maggiore nei prossimi anni. Dal 2007, infatti, l'Autorità Portuale sta tracciando un percorso di sviluppo e molti degli interventi messi in atto in questo periodo produrranno ulteriori benefici negli anni a venire e garantiranno all'ente una capacità di autofinanziamento che diventa decisiva per poter realizzare gli interventi infrastrutturali indispensabili alla crescita del porto giuliano».
L'ente ha spiegato che, per ridurre l'impatto nel 2009 di quella che è - ha confermato l'Autorità Portuale - «una delle più profonde e drammatiche crisi economiche mondiali», ha operato in modo “anticiclico”, in linea con quanto indicato in sede di redazione del bilancio di previsione per l'esercizio 2009, «anticipando gli investimenti e, in mancanza di risorse finanziarie esterne, ricorrendo in modo massiccio all'utilizzo dell'autofinanziamento (risorse finanziarie dell'ente)». «La capacità di autofinanziamento - ha spiegato l'authority - è stata possibile grazie a un profondo processo di revisione organizzativa che ha consentito all'Autorità Portuale di raggiungere, in soli tre anni, importanti traguardi, sia in termini finanziari che in termini economico-gestionali. È stato, infatti, messo in atto un processo di revisione critica delle attività che ha portato al riassetto della “struttura di gruppo” dell'Autorità Portuale e attuato la separazione tra compiti autoritativi riservati all'Autorità stessa (legge 84/94) e quelli operativi che la legge vuole affidati a soggetti terzi operanti secondo una logica imprenditoriale, seppur in un contesto di mercato regolamentato. L'Autorità Portuale ha indirizzato la propria attività, inoltre, verso la soluzione di varie criticità, privilegiando prima di tutto gli interventi volti alla tutela delle persone e delle merci e al miglioramento della sicurezza in senso più generale, ma garantendo nel contempo il mantenimento e il recupero del rilevante patrimonio infrastrutturale di cui il Porto dispone, con particolare riguardo all'adeguamento alle normative vigenti, all'ampliamento e potenziamento degli impianti e alla modernizzazione del lay-out portuale».
Ricordiamo che nel 2009 il porto di Trieste ha movimentato 44.393.322 di merci, con una flessione dell'8% sull'anno precedente (inforMARE del 21 gennaio 2010).
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