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Lo scorso anno gli infortuni nel comparto marittimo sono diminuiti del 5,7%
Castelli: allo studio la possibilità di consentire agli istituti di assicurazione di investire i fondi riserva nelle infrastrutture
29 novembre 2010
inforMARE - Nel 2009 il numero di infortuni sul lavoro occorsi ai marittimi è diminuito del 5,7% scendendo dai 1.340 del 2008 ai 1.264 dello scorso anno. Presentando oggi a Genova un'analisi sugli infortuni nel comparto marittimo, di cui pubblichiamo una sintesi nella rubrica “Forum dello Shipping e della Logistica”, il presidente dell'INAIL, Marco Fabio Sartori, ha sottolineato come il tasso di riduzione degli incidenti segua un trend positivo che ha visto nel 2008 una diminuzione dell'8,8% degli infortuni rispetto all'anno precedente. Un trend - ha spiegato - che è anche frutto sia del miglioramento delle condizioni di lavoro, grazie anche ai progressi di natura tecnologica compiuti, che dell'attività di formazione dei lavoratori, due elementi che sono gli assi portanti della sicurezza sul lavoro.
Anche il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Roberto Castelli, ha rimarcato la tendenza alla riduzione degli infortuni: «ogni anno - ha dichiarato - vediamo diminuire gli incidenti gravissimi sul lavoro, e questo vale anche per i lavoratori marittimi». «Bisogna - ha proseguito Castelli - continuare su questa strada che è fatta di educazione, cioè di formazione».
In occasione della presentazione del rapporto Sartori si è soffermato sulla procedura di accorpamento nell'INAIL dell'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) e dell'Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo (IPSEMA), fusione - quest'ultima - avversata dai dirigenti dell'istituto, da Confitarma, Fedarlinea, Federpesca e Federazione del Mare e dalle organizzazioni sindacali. L'operazione di incorporazione è stata decisa con il decreto legge n. 78 del 31 maggio scorso convertito nella legge n. 122 del 30 luglio scorso. «Il processo di integrazione con IPSEMA e ISPESL - ha detto il presidente dell'INAIL - non è semplice e rappresenta una sfida per l'INAIL». «La prima cosa che abbiamo detto al governo - ha proseguito - è che avremo mantenuto l'identità di IPSEMA e ISPESL». Sartori ha spiegato che il settore marittimo presenta «delle specificità che devono essere mantenute» e che il progetto di accorpamento è stato definito proprio per mantenere tali specificità. Rispondendo a chi ha sottolineato che l'accorpamento non produce tagli dei costi, Sartori ha detto che «l'operazione di accorpamento non porta risparmi nel breve termine, ma bisogna guardare nel medio periodo»; secondo il presidente dell'INAIL è infatti necessario attendere almeno due anni per fare una valutazione, ma - ha precisato - «sono sicuro che ci saranno risultati anche su questo lato».
Nel corso della presentazione il presidente dell'INAIL ha ricordato che l'istituto, con i suoi avanzi economici, ha depositato complessivamente presso la Tesoreria dello Stato circa 16 miliardi di euro, somma di cui non può disporre e dalla quale attualmente non trae alcun frutto. A tal proposito il vice ministro Castelli ha reso noto che è allo studio la possibilità di consentire agli istituti di assicurazione di investire i fondi riserva nelle infrastrutture, cosa che - ha precisato - oggi non è possibile per legge. Una possibilità che consentirebbe a questi istituti di godere di un rendimento consistente: «i privati - ha sottolineato Castelli - oggi investono in infrastrutture solo se c'è un ritorno del 10%». (iM)
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