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Nel 2010 i terminal portuali del gruppo Eurogate hanno movimentato 12.629.986 container (+1,4%)
Eckelmann: «l'obiettivo prioritario deve essere quello di salvaguardare la nostra capacità di essere competitivi rispetto ad altre località portuali»
2 febbraio 2011
Lo scorso anno i terminal portuali del gruppo tedesco Eurogate hanno movimentato un traffico dei container pari a 12.629.986 teu, con una progressione dell'1,4% rispetto al 2009. Escludendo i volumi (451.921 teu nel 2009) movimentati nel porto di Livorno dalla filiale Contship Italia, che nel 2010 ha ceduto la propria partecipazione nella società Terminal Darsena Toscana (TDT) (inforMARE del 17 settembre 2010), lo scorso anno il traffico movimentato dal gruppo tedesco ha registrato un incremento del 5,2% sul 2009.
I terminal tedeschi di Eurogate hanno movimentato complessivamente 6.990.925 teu (+4,7% sul 2009), di cui 4.871.297 teu nel porto di Bremerhaven (+7,4%) e 2.119.628 teu nel porto di Amburgo (-0,9%).
In Italia la filiale Contship Italia, che opera cinque container terminal nei porti di Gioia Tauro, La Spezia, Ravenna, Cagliari e Salerno, ha movimentato 4.727.625 teu (+0,8%).
In Portogallo la filiale terminalista Liscont ha totalizzato un traffico di 230.641 teu (+12,7%), mentre in Marocco il consorzio Eurogate Tanger, che è entrato in attività due anni fa ed è partecipato da Eurogate e Contship Italia insieme con le compagnie armatoriali MSC, CMA CGM e Comanav, ha movimentato 680.795 teu (+56,3%).
«Nel 2010 - ha dichiarato il presidente del gruppo Eurogate, Thomas Eckelmann - abbiamo superato con successo la crisi che nel 2009 ha duramente colpito il traffico dei container. I volumi containerizzati si sono stabilizzati e sono persino cresciuti. C'è stato un recupero del commercio mondiale e le navi portacontainer hanno nuovamente portato più carichi nei nostri porti. A Bremerhaven abbiamo cessato il ricorso all'orario di lavoro ridotto, cosicché dal gennaio 2011 in tutto il gruppo si sta nuovamente lavorando senza alcuna limitazione».
«Tuttavia - ha proseguito Eckelmann - anche se la tensione si è allentata, ci vorrà tempo prima di recuperare il ritardo accumulato rispetto agli anni del boom. Pertanto un'accorta strategia di business e una rigorosa gestione dei costi continuano ad essere requisiti importanti per raggiungere i nostri obiettivi anche dopo la crisi. L'obiettivo prioritario deve essere quello di salvaguardare la nostra capacità di essere competitivi rispetto ad altre località portuali. Per questa ragione assistiamo con grande preoccupazione ai ritardi nel dragaggio dei canali navigabili dell'Elba e del Weser. Le compagnie di linea nostre clienti stanno scalando nei nostri porti con navi che sono sempre più grandi e che presentano un maggiore pescaggio: dal 2006 ad oggi sono state ben 190 quelle con una capacità di carico di oltre 10.000 teu. Se in futuro i nostri porti container offriranno una migliore accessibilità ciò rafforzerà la loro competitività a lungo termine».
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