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A 22 anni dalla prima discesa in piazza, lunedì le imprese di Genova torneranno a manifestare, questa volta per invocare l'apertura dei cantieri del Terzo Valico
Calvini (Confindustria Genova): «siamo esasperati». A sostenere l'iniziativa, oltre alle categorie produttive, ci sono anche i sindacati
1 luglio 2011
Le abbiamo provate tutte: questa è l'ultima opzione. Così il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Calvini, spiega perché gli imprenditori si sono dati appuntamento per lunedì prossimo alle ore 10.15 in piazza De Ferrari, al centro del capoluogo ligure, per dirigersi poi verso la Prefettura e consegnare al prefetto Francesco Musolino un documento indirizzato al governo sollecitandolo a dare avvio dei lavori per la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, opera - sottolineano gli industriali - che è essenziale componente del progetto 24 della rete europea TEN-T nonché vitale per la tenuta e lo sviluppo dell'economia italiana.
Una manifestazione di protesta, quindi, che mira a sbloccare l'attuale situazione di stallo. Il governo ha ripetutamente ribadito che l'apertura dei cantieri è impedita esclusivamente dalla composizione del contenzioso in atto tra Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e il general contractor Cociv ( del 21 giugno 2011). Risolta questa controversia - secondo l'esecutivo - i lavori partono. Secondo altri, tra cui il senatore Enrico Musso che ha presentato in merito un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ( del 27 giugno 2011) - lo scenario è più complesso.
Per Confindustria Genova l'opera può essere avviata solo se il governo si impegna a garantire l'esecuzione del secondo lotto costruttivo del progetto, che prevede il reperimento di risorse economiche per 1,1 miliardi di euro. Sostanzialmente, insomma, il medesimo impegno che Cociv avrebbe chiesto per decidersi ad aprire i cantieri.
Comunque sia - sostiene l'associazione degli industriali genovesi - il governo deve dare corso all'opera. «Ci sentiamo decisamente presi in giro da questa situazione», ha detto stamani Calvini presentando l'iniziativa di protesta programmata per lunedì. «Siamo esasperati», ha aggiunto. «Qualche giorno fa - ha spiegato - in giunta ci siamo detti che le abbiamo provate tutte. Non rimane che scendere in strada».
«È una forma singolare di protesta», ha confermato Carlo Castellano, presidente di Esaote nonché presidente e promotore di Dixet, il distretto genovese dell'elettronica e delle tecnologie avanzate, e propugnatore della manifestazione di lunedì. Singolare, certo, ma non inedita. Anzi, c'è un legame tra la prossima discesa in piazza degli imprenditori e la prima protesta di questo tipo effettuata dalle aziende genovesi. Nel marzo 1989, quando agenti marittimi, armatori, operatori economici e professionisti di Genova scesero in via XX Settembre per protestare contro il blocco dell'attività del porto causato dagli scioperi dei camalli contro le decisioni del ministro Prandini, in corteo c'era il padre di Giovanni Calvini, Adriano, allora presidente degli utenti portuali.
Lunedì non si scenderà in strada contro qualcuno o qualcosa. «Non diciamo no a nessuno», ha precisato Calvini junior. Chiediamo solo che si dia avvio ad un'opera - ha evidenziato - che è molto importante anche se la si vede dal solo punto di vista dell'occupazione generata dalla fase costruttiva. Ma in ballo, oltre a posti di lavoro dei cantieri (5.000) essenziali in questo periodo di crisi, c'è molto di più anche per il solo capoluogo ligure: «sul Terzo Valico - ha confermato Castellano - si sta giocando una partita decisiva per Genova». Se rimane completamente tagliata fuori dall'alta velocità ferroviaria - ha sottolineato - Genova sarà completamente isolata.
Genova, in sostanza, rischia di perdere tutt'altro che metaforicamente un treno: la manifestazione di lunedì - ha ribadito Castellano - «è fuori dal contesto normale perché siamo in un momento eccezionale».
Alla manifestazione hanno dato la propria adesione le principali categorie delle imprese, degli operatori economici, dei commercianti e degli artigiani - Alce, Ascom-Confcommercio, Assagenti, Cna, Confartigianato, Confesercenti, Dixet, Gruppo Giovani Riuniti, Spediporto - ed hanno confermato il loro sostegno i rappresentanti degli avvocati e dei commercialisti.
Un supporto all'azione decisa da Confindustria Genova arriva anche dai rappresentanti dei lavoratori: Fillea Cgil Genova, Filca Cisl e Feneal Uil Genova hanno infatti manifestato soddisfazione per «come anche gli imprenditori e i rappresentanti della categorie produttive locali si stiano facendo promotori di iniziative pubbliche come quella programmata a Genova per lunedì prossimo a sostegno della realizzazione del Terzo Valico». «È importante infatti - hanno osservato i rappresentanti dei lavoratori - che, come sollecitato da tempo dalle organizzazioni sindacali di categoria, si dia finalmente l'avvio a questa grande opera. A questo proposito è necessario mettere fine alla diatriba tra ferrovie e società concessionaria che dura da ormai troppo tempo penalizzando l'economia genovese e il Paese». «È importante inoltre - hanno rilevato Fillea Cgil Genova, Filca Cisl e Feneal Uil Genova - che l'avvio dei lavori veda impegnate le imprese e la manodopera locale dove in due anni si sono perse oltre duemila unità. Occorre evitare quello che sta accadendo, ad esempio nell'esecuzione di lavori del nodo ferroviario genovese dove, nei cantieri, si registra una presenza marginale di imprese e di lavoratori locali rendendo così necessarie azioni volte a favorire l'occupazione nel territorio». «È necessario infine - hanno concluso i sindacati - che la Regione Liguria segua l'esempio della Regione Piemonte, la quale ha al vaglio una legge regionale per favorire la realizzazione delle grandi opere con l'apporto delle imprese locali con effetti diretti sul rilancio del tessuto dell'economia locale».
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