- Federmar-Cisal, alla luce dei possibili effetti dell'indagine avviata in questi giorni dalla Commissione Europea sulle sovvenzioni prorogate alle aziende del gruppo Tirrenia dopo la cessazione della convenzione ventennale scaduta nel 2008 nonché sugli aspetti di trasparenza e di non discriminazione tenuti nella privatizzazione della Tirrenia e della Siremar ( del 5 ottobre 2011), ha manifestato preoccupazione per il futuro della società armatoriale.
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- «L'intera vicenda, aldilà delle rassicuranti dichiarazioni del commissario straordinario della Tirrenia, D'Andrea - ha spiegato il segretario nazionale dell'organizzazione sindacale, Alessandro Pico - potrebbe avere risvolti catastrofici, tenendo conto che l'Unione Europea nel comparto del cabotaggio insulare prevede la stipula di contratti di servizio pubblico con relativa remunerazione dei costi, contratti però messi a gara con appositi bandi rotta per rotta e quindi non affidati preventivamente ad una sola azienda come nel caso della Tirrenia. Inoltre, sempre per l'Unione Europea, il vincitore di ogni singola gara non ha alcun obbligo di acquisire né le navi dell'azienda che aveva operato su quella rotta né tantomeno i suoi equipaggi».
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- Pico ha ribadito l'accusa nei confronti dell'armamento privato italiano interessato, più che all'acquisizione della Tirrenia - ha spiegato - «alla sua scomparsa per avere campo libero nel settore dei collegamenti con le isole, in particolare con la Sardegna. Gli interessi in gioco sono enormi - ha aggiunto il rappresentante di Federmar-Cisal - e la dimostrazione si è avuta anche durante l'estate scorsa, in cui per il primo anno, senza il freno calmieratore di una Tirrenia finita nello stato di insolvenza e quindi indebolita, le tariffe di passaggio dei traghetti sono schizzate verso l'alto, provocando le legittime reazioni della Regione Sardegna preoccupata dell'impatto negativo che tale atto comportava sul turismo e sull'economia insulari».
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- «Da questo quadro - ha rilevato Pico - risulta evidente che la questione dev'essere dipanata sul piano politico con un'energica azione da parte del governo, impegnato sì a condurre a termine la privatizzazione della flotta pubblica, ma anche a salvaguardare il patrimonio rappresentato dalla Tirrenia, dalle sue navi e dai suoi posti di lavoro che, vale la pena di ricordare, ammontano ad oltre duemila unità».
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- «In tale contesto - ha concluso Pico - la Federmar-Cisal giudica estremamente importante pervenire quanto prima alla definizione con la CIN, la compagnia che ha firmato il preliminare di acquisto della Tirrenia, di un accordo per le condizioni (rapporto di lavoro e contrattuali) di trasferimento del personale e per il mantenimento dei posti di lavoro: finora, con tutto il rispetto per le controparti datoriali - ha osservato - l'argomento è stato stiracchiato in lungo ed in largo senza entrare nel vivo della sostanza e dei problemi e quindi necessita di una rapida accelerazione per la sua conclusione. È convinzione di questa organizzazione sindacale che un simile accordo, chiaramente di carattere sociale, potrebbe aiutare a superare più di qualche ostacolo nell'azione intrapresa dalla Commissione dell'Unione Europea sulla Tirrenia».
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